(Teleborsa) – Nonostante un contesto economico che risente ancora dei rialzi dei tassi di interesse e dell’inflazione nei periodi precedenti, le famiglie italiane non hanno smesso di rivolgersi agli istituti di credito per sostenere i propri consumi e gli investimenti sulla casa. Nei primi sei mesi dell’anno si è ulteriormente allargata la platea di italiani che risulta avere almeno un contratto di credito rateale attivo, pari al 52,7% della popolazione maggiorenne (+2,6% rispetto al 2023). La dinamica in atto riflette la ripresa dei consumi e degli acquisti sostenuti da un finanziamento e anche dello sviluppo dei prestiti small ticket. È quanto rileva Mister Credit, l’area di CRIF che si occupa dello sviluppo di soluzioni e strumenti educational per i consumatori, nell’aggiornamento relativo al I semestre 2024 della Mappa del Credito, lo studio sull’utilizzo del credito rateale da parte degli italiani.
A livello pro-capite, nel primo semestre dell’anno in corso la rata media rimborsata ogni mese è pari a 278 euro (-13,9% rispetto a un anno fa), mentre l’esposizione residua – intesa come somma degli importi pro-capite ancora da rimborsare in futuro per estinguere i contratti in essere – è pari a 35.167 euro (in aumento del +0,8% rispetto alla precedente rilevazione).
Osservando in particolare i mutui, notiamo un aumento dei contratti attivi (+22,3%) mentre resta sostanzialmente stabile l’esposizione residua, che supera di poco i 101mila euro. Per quanto riguarda i prestiti finalizzati, crescono leggermente sia la rata mensile, che si attesta a 134 euro, sia l’esposizione residua (+1,5%), che rimane comunque contenuta e inferiore a 6mila euro. Sostanzialmente stabile la rata media dei prestiti personali, che si attesta a 250 euro, con un’esposizione residua intorno ai 17.600 euro, in calo del -3,4%.
“In questa prima parte dell’anno, sia la quota di soggetti che ricorrono al credito, sia l’esposizione residua risultano in crescita,probabilmente a causa delle aumentate spese dovute ai tassi di interesse ancora alti e all’elevato costo della vita, ma con un’attenzione alla sostenibilità della rata mensile, che infatti cala del -13,9% – commenta Beatrice Rubini, direttrice della linea Mister Credit di CRIF –. Nel complesso,l’incidenza dei mutui oggi rappresenta il 23,6% del totale dei finanziamenti attivi, mentre sono i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi quali auto, moto, elettronica ed elettrodomestici, articoli di arredamento, viaggi, ecc. a risultare la forma di finanziamento più diffusa, con una quota che arriva quasi al 50% del totale. La quota di prestiti personali, pari al 28,7% del totale dei finanziamenti attivi, rimane sostanzialmente stabile”.
Resta ancora elevata la sostenibilità del debito
Dall’ultima rilevazione prodotta da Assofin, CRIF e Prometeia, il rischio di credito relativo al totale dei prestiti alle famiglie è in crescita e ha raggiunto l’1,4% a marzo 2024. Si tratta comunque di livelli di rischiosità contenuti, che non sembrano destare allarmi.
La Mappa del Credito regionale
La fotografia che si ricava dall’ultimo aggiornamento della Mappa del Credito mostra una situazione estremamente composita a livello territoriale, che rispecchia i fattori economici e sociali quali, ad esempio, la propensione a fare ricorso al credito per finanziare l’acquisto di un’abitazione o le proprie spese correnti, la capacità reddituale e di risparmio delle famiglie, il diverso costo degli immobili o la tendenza ad allungare la permanenza nell’abitazione di famiglia, la diversa intensità della ripresa dei consumi e del mercato immobiliare, la maggiore abitudine a rivolgersi alla cerchia familiare o amicale per pianificare gli acquisti rispetto agli istituti di credito, ecc.. Nel complesso, la regione con la quota più elevata di popolazione maggiorenne con almeno un rapporto di credito attivo è la Valle d’Aosta, con il 62,3% del totale, seguita dalla Toscana (con il 59,5%) e dal Lazio (con il 58,2%). All’estremo opposto del ranking si colloca il Trentino-Alto Adige, regione in cui solamente il 28,7% della popolazione risulta avere almeno un rapporto di credito attivo, preceduto dalla Basilicata (con il 42,7%) e dalla Campania (con il 45,5%).
L’importo della rata media mensile: guidano Trentino-Alto Adige, Lombardia e Veneto
Nel primo semestre 2024, le regioni in cui i cittadini ogni mese sostengono la rata più elevata sono il Trentino-Alto Adige, con 406 euro di media, la Lombardia (319 euro) e il Veneto (306 euro). Seguono l’Emilia-Romagna e il Friuli-Venezia Giulia, rispettivamente con 298 e 296 euro. Per interpretare questa dinamica va però considerato che in queste regioni si rileva una elevata incidenza dei mutui, che presentano un importo da rimborsare più alto rispetto alle altre forme tecniche considerate, senza considerare il valore degli immobili che potrebbe risultare superiore alla media. Inoltre, in queste regioni il reddito disponibile risulta tendenzialmente più elevato della media e, di conseguenza, i consumatori possono permettersi di rimborsare una rata più elevata senza intaccare la sostenibilità degli impegni finanziari.
Nel complesso, è al Sud e nelle Isole che troviamo le rate mensili più leggere, soprattutto in Calabria, dove si attestano a 232 euro di media, in Molise (234 euro) e in Sicilia (236 euro) in virtù di una maggiore incidenza dei prestiti finalizzati, che hanno un importo più contenuto rispetto alle altre forme tecniche.
L’esposizione residua nelle diverse regioni
Per quanto riguarda l’esposizione residua ancora da rimborsare, per estinguere i finanziamenti in corso, troviamo il Trentino-Alto Adige in vetta al ranking nazionale, con 52.059 euro (in crescita rispetto ai 45.792 euro del 2023), seguito dalla Lombardia, che si colloca al secondo posto della graduatoria con 44.835 euro. Seguono il Veneto, che con 41.881 euro supera di poco l’Emilia-Romagna, con 41.771 euro, e il Friuli-Venezia Giulia, con 40.448 euro. All’estremo opposto della classifica, con 22.081 euro, i cittadini della Calabria risultano avere un debito residuo pari a meno della metà di quello dei Trentini, in virtù di un peso dei mutui casa inferiore alla media. Insieme alla Sicilia e al Molise, sono le sole 3 regioni in cui il valore che rimane ancora da rimborsare risulta inferiore ai 25mila euro.
Il profilo dei soggetti con finanziamenti in corso
Sono soprattutto gli appartenenti alle fasce di età dai 30 ai 60 anni ad avere finanziamenti in corso. Infatti, sono oltre 3 persone su 4 nella fascia dai 41 ai 50 anni, mentre solo il 27,2% nella fascia dai 18 ai 30 anni. Nelle fasce di età “centrali” si concentra chiaramente la maggior parte della popolazione attiva, che potendo contare su un reddito da lavoro può avere maggior propensione ad accendere finanziamenti. Per quanto riguarda il genere, sono in maggioranza gli uomini (58,5%) ad essere attivi nel mondo del credito, mentre per il 41,5% sono donne. Gli uomini hanno la tendenza ad utilizzare più frequentemente il credito rispetto alle donne, con una media di contratti attivi pari a 1,2. La quota delle donne si alza però se guardiamo ai mutui, arrivando al 45,8%, anche perché probabilmente per poter sostenere le rate più elevate (tipiche di questa tipologia di finanziamenti rispetto alle altre) è preferibile suddividerle tra più soggetti. In tutte le tipologie, gli importi medi dei finanziamenti sono più bassi per le donne rispetto agli uomini. I giovani dai 18 ai 30 anni sono più attivi sui prestiti finalizzati, che rappresentano una possibilità meno impegnativa di approcciare il mondo del credito rispetto ai mutui o ai prestiti personali; mentre gli over 60, in generale, utilizzano meno il credito rispetto alla media della popolazione – con una percentuale di utilizzatori pari al 36,7% – ed hanno una maggior propensione all’utilizzo dei prestiti personali.