(Teleborsa) – Con l’arrivo di agosto, la stagione estiva entra nel vivo per le imprese del turismo, settore molto importante per l’economia italiana e che comprende ristorazione, bar, strutture alberghiere e agenzie di viaggio. A partire dalla fine del 2022 il tasso di default del settore si è mantenuto stabile intorno al 4%, evidenziando una rischiosità del comparto superiore rispetto alla media delle società di capitali italiane. Inoltre, gli importi dei finanziamenti erogati alle imprese del settore sono in lieve contrazione, mentre sul fronte dei pagamenti commerciali sale il numero delle imprese che pagano con grave ritardo. Sono alcune delle principali evidenze emerse da uno studio condotto da CRIF che, grazie al proprio ecosistema di dati aggregati, fotografa le caratteristiche del settore turistico italiano, analizzando in particolare l’andamento del credito in termini di erogazioni e rischiosità e le performance delle imprese dal punto di vista dei pagamenti commerciali.
“Le imprese del settore del turismo hanno visto negli ultimi anni un’importante crescita del fatturato, beneficiando dell’aumento dei flussi turistici sia nazionali che esteri. Nonostante tale fenomeno positivo, a livello di rischiosità creditizia il settore si colloca su livelli superiori alla media, scontando un contesto di mercato fortemente competitivo e uno scenario macroeconomico incerto e complesso sia a livello nazionale che globale. Quest’ultimo continuerà a influenzare la rischiosità del settore anche nel 2024, con tassi di default attesi in crescita per fine anno”, commenta Luca D’Amico, CEO di CRIF Ratings.
A fine 2023 il turismo ha registrato un tasso di default del 4,1% per le società di capitali, stabile rispetto al periodo precedente, anche se tra i più alti, confermandosi uno dei settori più rischiosi (il tasso medio per le società di capitali italiane è il 2,6%). Per la fine del 2024, il tasso di default è stimato da CRIF Ratings in ulteriore crescita, con un incremento di circa 1,2/1,3 punti percentuali rispetto al 2023, a riprova del persistere di elementi di fragilità. Le prospettive tengono conto di un contesto di instabilità a livello globale, su cui continuano a pesare i conflitti in Ucraina e nel Medio Oriente, tassi di interesse ancora su livelli elevati sebbene in leggera diminuzione, nonché le incertezze in termini di traiettoria politica ed economica in Cina e le elezioni USA.
Dall’analisi per micro-settori emerge un trend eterogeneo, con la ristorazione/bar che registra la maggiore rischiosità di credito, con un tasso di default di circa il 5%.