(Teleborsa) – “La fiducia si deteriora in quasi tutti i settori economici, tranne quello delle costruzioni, ma migliora tra i consumatori, suggerendo che la ripresa economica stia progredendo in modo graduale”. È un “quadro misto” quello tracciato da Paolo Pizzoli, senior economist di ING, nella sua analisi dei dati Istat sulla fiducia di giugno. Nel dettaglio l’Istat rileva un incremento dell’indice del clima di fiducia dei consumatori che sale da 96,4 a 98,3, mentre l’indicatore composito di fiducia delle imprese scende da 95,1 a 94,5. Un quadro nel quale il clima di fiducia delle imprese mostra il terzo calo consecutivo, posizionandosi sul valore più basso da novembre 2023. Un ribasso dovuto prevalentemente al peggioramento registrato nella manifattura e nei servizi. L’indice di fiducia dei consumatori aumenta invece per il secondo mese consecutivo e raggiunge il valore più elevato da febbraio 2022.
“Il primo dato di rilievo – evidenzia Pizzoli – viene dal settore manifatturiero, dove la fiducia scende al livello più basso da novembre 2020. La contrazione è particolarmente marcata nei beni strumentali, dove il rallentamento degli ordini si accompagna a un aumento delle scorte di prodotti finiti. La fase di debolezza del settore manifatturiero è ancora in atto e le cattive condizioni della domanda (la domanda insufficiente sembra destinata a emergere come il più potente ostacolo alla produzione anche nel secondo trimestre) sembrano ancora ritardare l’avvio di un ciclo delle scorte”.
Sul fronte dei servizi – prosegue il senior economist di ING – “il comparto non fornisce indicazioni confortanti in giugno, ma il calo mensile contenuto dell’indicatore aggregato della fiducia sembra riflettere una forte contrazione della componente turistica – forse, spiega Pizzoli, penalizzata dalle condizioni climatiche sfavorevoli che hanno interessato il Nord Italia nel corso del mese – piuttosto che una debolezza su base ampia. Infatti, tutte le altre sottocomponenti, trasporto e magazzinaggio, informazione e comunicazione e servizi alle imprese, hanno registrato un aumento mensile a giugno”.
L’incremento mensile di tre punti della fiducia nel settore delle costruzioni è, invece, per l’economista “più difficile da razionalizzare”. “Se la forza della componente infrastrutture sembra coerente con l’attuazione degli investimenti nell’ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza, la crescita significativa della componente edilizia residenziale – afferma Pizzoli – è in contrasto con la fine del superbonus e con i dati ancora deboli delle transazioni immobiliari. Un ritardo nel completamento dei cantieri ancora aperti potrebbe offrire una spiegazione plausibile”.
La buona notizia viene dalla fiducia dei consumatori, che ha guadagnato più di tre punti sul mese, raggiungendo il livello più alto dal febbraio 2022. “I consumatori – sottolinea Pizzoli – sono più ottimisti riguardo alla situazione economica attuale e prospettica e riportano coerentemente una forte diminuzione delle preoccupazioni sulla disoccupazione futura. È interessante notare che mostrano anche un forte aumento della volontà di acquistare beni durevoli; sospettiamo che ciò possa dipendere anche dall’introduzione, all’inizio di giugno, di generosi incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici/ibridi. Ciò potrebbe determinare una temporanea ricomposizione dei consumi verso i beni durevoli nella seconda metà del 2024″.
“Nel complesso, – conclude l’economista – i dati odierni sulla fiducia forniscono ulteriori prove che la ripresa economica è ancora in atto, con velocità diverse a seconda dei settori. Mentre l’industria potrebbe ancora fungere da freno all’offerta nel secondo trimestre, i servizi dovrebbero compensare, ma la crescita trimestrale del PIL potrebbe rallentare allo 0,2% dallo 0,3% del primo trimestre”