(Teleborsa) – Una Corte d’appello USA ha bocciato i dazi imposti da Donald Trump a tutti i partner commerciali degli Stati Uniti, che vengono definiti “illegali”, perché il Presidente non ha il potere di imporre dazi o nuove tasse, senza il voto del Congresso, neanche esercitando i poteri emergenziali invocati da Trump.
La decisione della Corte USA mette a rischio tutto l’impianto di politica economica messo in piedi dalla Casa Bianca, per finanziare la politica di spesa ed il taglio delle imposte voluto dal tycoon.
Per i dazi, Trump aveva invocato l’International Emergency Economic Powers Act del 1977, che conferisce al presidente poteri speciali in caso di emergenza, ma i giudici statunitensi hanno concluso che la legge in quesitone conferisce al Presidente “un’autorità significativa per intraprendere una serie di azioni in risposta a un’emergenza nazionale dichiarata”, ma “non include” esplicitamente il potere di imporre dazi o di tassare. “Sembra improbabile che il Congresso, emanando l’Ieepa, intendesse discostarsi dalla sua prassi passata e concedere al presidente un’autorità illimitata per imporre dazi”, sostengono i giudici
Sinora l’IIEPA è stato invocato per imporre sanzioni o congelarne i beni ai nemici, mai per imporre dazi, ma Trump ha affermato che è giustificata dalla necessità di sanare gli squilibri commerciali che mettono a repentaglio la potenza manifatturiera degli USA. “Oltre 15 trilioni di dollari saranno investiti negli Stati Uniti, un record“, scrive Trump su Truth, aggiungendo “gran parte di questi investimenti è dovuto ai dazi doganali. Se a una Corte di sinistra radicale fosse consentito di abolire questi dazi, quasi tutti questi investimenti, e molto di più, verrebbero immediatamente annullati! Per molti versi, diventeremmo una nazione del Terzo Mondo, senza alcuna speranza di tornare a essere grandi”.
Per ora, la Corte ha dato tempo al Presidente fino al 14 ottobre, data entro la quale resteranno in piedi i dazi entrati in vigore ad inizio agosto, per dare la possibilità di presentare ricorso dinanzi alla Corte Suprema.