(Teleborsa) – L’introduzione di dazi pari al 20% su tutte le esportazioni e pari al 25% su acciaio, alluminio e veicoli porterebbe ad un incremento dei costi doganali pari a 104,4 miliardi di euro per l’Unione Europea. Germania e Italia sarebbero i paesi più colpiti, con +34 e +14 miliardi di euro rispettivamente. In questo scenario, i settori più penalizzati sarebbero i macchinari (3,43 miliardi), l’automotive (2,55 miliardi) e la farmaceutica (1,58 miliardi), seguiti da agroalimentare (1,34 miliardi) e moda (1,16 miliardi).
È quanto emerge da un’analisi di TEHA Group sull’impatto delle nuove politiche commerciali e tariffarie americane sul sistema economico europeo (Gli impatti della Trumponomics sulle filiere industriali europee ed italiane), presentato in occasione della 36esima edizione del Workshop “Lo Scenario dell’Economia e della Finanza” nell’ambito delle attività realizzate dalla CEO Community del TEHA Club.
Per affrontare queste sfide e garantire la resilienza del sistema economico europeo, TEHA Group ha proposto un piano d’azione articolato su quattro direttrici principali.
La prima è un’azione unitaria e coordinata da parte dell’UE per preservare il peso politico ed economico dell’Unione a livello internazionale e per garantire la competitività delle imprese europee. La seconda prevede l’accelerazione del rafforzamento delle alleanze strategiche dell’UE verso mercati emergenti ad alto potenziale, tra cui Turchia (17,6 miliardi euro di scambi), Giappone (8,2 miliardi), Emirati Arabi Uniti (8 miliardi) e Arabia Saudita (6,2 miliardi), che presentano tassi di crescita superiori al 50% nell’ultimo quinquennio.
Teha Group suggerisce poi di alzare i “toni” a livello europeo in chiave di deterrenza, evidenziando la vera minaccia che temono gli Stati Uniti: un attacco a Wall Street e al dollaro. L’UE detiene oltre 1.700 miliardi di dollari del debito pubblico americano e i risparmiatori europei hanno in mano 9 trilioni di azioni americane. Le nostre stime evidenziano che possibili incassi associati all’imposizione di dazi del 10% da parte dall’Unione Europea sulle azioni porterebbero a un incremento di 900 miliardi, oltre a 1.700 trilioni legati al rientro degli investimenti nel T-Bond.
Infine, coinvolgere maggiormente le multinazionali statunitensi operanti in Unione Europea – che impiegano 3,6 milioni di addetti e contribuiscono al 16,8% delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti. Secondo Teha Group un Tavolo di Lavoro congiunto tra UE e Stati Uniti potrebbe rivelarsi una leva cruciale per contrastare politiche protezionistiche e favorire un approccio più bilanciato alle relazioni commerciali, esercitando una pressione efficace sull’Amministrazione americana.