(Teleborsa) – Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge omnibus contenente misure su fisco e proroghe normative e altri quindici provvedimenti tra ddl, dlgs e Dpr. Misure che vanno dal fisco agli enti locali passando per il contributo per gli abitanti sfollati delle Vele di Scampia e l’aumento da 100mila a 200mila euro della flat tax per i super ricchi che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia. Al termine, i ministri Raffaele Fitto (Affari europei, Politiche di coesione e PNRR), Giancarlo Giorgetti (Economia e Finanze), Anna Maria Bernini (Università e Ricerca), Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e Sicurezza energetica) e il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, hanno illustrato in conferenza stampa i provvedimenti adottati.
Nel dettaglio il cdm ha approvato in via definitiva altri due decreti legislativi della delega fiscale facendo salire a 13 i decreti legislativi approvati. I due provvedimenti riguardano due comparti: dogane e imposte indirette diverse dall’Iva (successioni e donazioni, trust, imposta di registro e imposta di bollo). Sulle dogane – ha spiegato Leo – viene attuata “una rivoluzione copernicana rispetto ad un testo unico di oltre 300 articoli che è stato asciugato a 120”. Sul fronte delle detrazioni – in particolare per le spese sanitarie e quella del 50% sulle ristrutturazioni – conferenza stampa il viceministro dell’Economia ha assicurato che “tutto il sistema delle detrazioni, sopratutto quelle più importanti e significative per i contribuenti, non verranno toccate. Dovremmo – ha aggiunto – fare delle valutazioni su quelle di minore rilevanza sulle quali si potrà fare un ragionamento”.
Approvato anche il raddoppio della cosiddetta flat tax per i miliardari che decidono di trasferire il loro domicilio fiscale in Italia. L’imposta sostitutiva sui redditi prodotti all’estero realizzati da persone fisiche che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia come ha confermato Giorgetti – sale dagli attuali 100mila a 200mila euro l’anno”.
Sul fronte banche e assicurazioni “non ci saranno tasse sugli extraprofitti. Sui profitti sì per loro come per tutti gli altri – ha detto Giorgetti –. Certamente le banche come tutte le altre realtà che fanno utili e che stanno bene saranno chiamate a contribuire come tutti i cittadini” ha aggiunto.
Al centro del Cdm anche l’approvazione di una disposizione che incrementa da 1,6 miliardi di euro ad oltre 3,2 miliardi l’entità delle risorse disponibili per il riconoscimento del credito d’imposta per gli investimenti realizzati nella ZES unica del Mezzogiorno dal 1 gennaio 2024 fino al 15 novembre 2024. “Si tratta – sottolinea il ministero per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR – di uno stanziamento di cinque volte superiore a quello previsto negli anni dal 2016 al 2020 (pari a 617 milioni di euro annui) per il riconoscimento del credito di imposta Sud (misura agevolativa istituita con la legge di bilancio 2016 e sostituita, a partire dal 1 gennaio 2024, dal credito di imposta per gli investimenti nella ZES Unica) e di tre volte superiore a quello previsto negli anni 2021 e 2022 (pari a 1.053,9 milioni di euro) e nell’anno 2023 (pari a 1.467 milioni di euro, di cui solo 1,3 miliardi di euro effettivamente utilizzati)”. “Oltre ai 3,2 miliardi di euro immediatamente disponibili – prosegue la nota – il provvedimento prevede che possano essere utilizzate le risorse dei programmi nazionali e regionali, finanziati con le risorse della politica di coesione europea 2021 – 2027, relativi alla competitività delle PMI. Si tratta di programmi che hanno una dotazione finanziaria complessiva di circa 4,2 miliardi di euro e che, al netto degli impegni già assunti e dei vincoli specifici di destinazione già previsti, possono essere utilmente impiegati, nel rispetto delle relative condizionalità, anche per sostenere gli investimenti agevolati con il credito di imposta”. Ai fini della fruizione del credito di imposta per gli investimenti nella ZES Unica – prosegue ancora il Ministero – si richiede agli operatori economici di inviare all’Agenzia delle entrate entro il termine ultimo del 2 dicembre 2024 una dichiarazione integrativa attestante l’avvenuta realizzazione entro la data del 15 novembre 2024 degli investimenti indicati nella dichiarazione preventiva trasmessa alla medesima Agenzia nel periodo compreso tra il 12 giugno e il 12 luglio 2024. Con apposito provvedimento, adottato dal direttore dell’Agenzia delle entrate entro la data del 12 dicembre 2024, verrà determinata l’entità del credito di imposta effettivamente utilizzabile dagli operatori economici. L’entità del credito di imposta verrà calcolata sulla base degli investimenti concretamente realizzati ed indicati nelle comunicazioni integrative e non già, come avvenuto con il provvedimento adottato lo scorso 22 luglio e da ritenersi definitivamente superato con il provvedimento legislativo oggi approvato dal Consiglio dei ministri, sulla base di mere intenzioni di investimenti. A tale ultimo riguardo è opportuno evidenziare che la verifica delle oltre 16.000 dichiarazioni preventive inviate dall’Agenzia delle entrate ha fatto emergere che, a fronte degli oltre 9,4 miliardi di euro di crediti di imposta esposti, meno del 2% di detti crediti (pari a circa 167 milioni di euro) si riferisce ad investimenti già realizzati alla data di invio delle citate dichiarazioni preventive”.
“Nei giorni scorsi, – ha dichiarato Fitto – abbiamo assistito a polemiche del tutto strumentali che valorizzavano il numero delle proposte di investimento, senza alcuna verifica in ordine alla possibilità delle stesse di tradursi in investimenti concreti. Con l’odierno intervento normativo, il Governo dimostra, ancora una volta, il proprio costante impegno per lo sviluppo e la competitività del tessuto economico-produttivo delle regioni del Mezzogiorno attraverso iniziative di sostegno che, nel mettere in campo risorse economiche di gran lunga superiori a quelle previste dai precedenti Esecutivi, forniscono risposte certe e chiare al sistema delle imprese”.
Il Cdm ha approvato oggi anche lo stanziamento di 13 milioni a sostegno del turismo nei Comuni di comprensori e aree sciistiche della dorsale appenninica colpiti dalla diminuzione delle presenze, causata dalla mancanza di neve, nel periodo dal 1 novembre 2023 al 31 marzo 2024. Le risorse – spiega il ministero del Turismo – saranno destinate alle imprese turistiche che operano nei Comuni dei comprensori e delle aree sciistiche della dorsale appenninica che, nel lasso di tempo considerato, hanno subito una riduzione dei ricavi non inferiore al 30% rispetto a quelli registrati dal 1° novembre 2021 al 31 marzo 2022. Nello specifico i destinatari del provvedimento sono: esercenti attività di impianti di risalita a fune e di innevamento artificiale, nonché di preparazione delle piste da sci; noleggiatori di attrezzature per sport invernali; maestri di sci, iscritti negli appositi albi professionali, e delle scuole di sci presso le quali questi operano; agenzie di viaggio; tour operator; gestori di stabilimenti termali; imprese turistico-ricettive e imprese di ristorazione. Entro 45 giorni dall’entrata in vigore del decreto, il ministero del Turismo individuerà i Comuni interessati dalla misura, definendo i criteri per la quantificazione del sostegno, le procedure di erogazione, le modalità di ripartizione e assegnazione, e le procedure di verifica, controllo e revoca.