(Teleborsa) – Il tema del riarmo fa discutere l’Europa. L’intervento di Ursula von der Leyen alla planaria dell’Europarlamento ha riflessioni e contestazioni da parte di varie parti politiche, sia in merito all’opportunità di accrescere gli investimenti, sia rispetto alla concezione stessa di difesa e sicurezza. “La pace nella nostra Unione non può più essere data per scontata. Siamo di fronte ad una crisi della sicurezza europea”, ha affermato la Presidente della Commissione europea, aggiungendo “questo è il momento della pace attraverso la forza. È il momento di una difesa comune”.
“Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi sarà necessario più coraggio. E altre scelte difficili ci attendono“, ha sottolineato von der Leyen al dibattito su RearmUE, proseguendo “al Consiglio europeo ho visto un livello di consenso sulla difesa europea che non solo non ha precedenti, era del tutto impensabile solo poche settimane fa. C’è una nuova consapevolezza che dobbiamo pensare in modo diverso e agire di conseguenza”.
Ricordando che il lungo periodo di pace ha spinto l’UE ad “abbassare la guardia” ed ridurre la spesa per la difesa da una media di oltre il 3% a meno della metà, Von der Leyen ha anticipato “vogliamo tirare fuori ogni singola leva finanziaria che abbiamo, per rafforzare e accelerare la nostra produzione di difesa”.
La Presidente ha poi illustrato il piano per a difesa da 800 miliardi di euro, presentato la sorsa settimana, di cui ha riassunto anche i punti salienti: la clausola di salvaguardia, che consentirà agli Stati membri di mobilitare circa 650 miliardi di euro ed aumentare le spese per la difesa in misura pari all’1,5% del PIL, ed un nuovo strumento finanziario simile al SAFE, per l’erogazione di altri 150 miliardi sotto forma di prestiti”. “Questi prestiti – ha aggiunto – dovrebbero finanziare gli acquisti presso i produttori europei, per contribuire al rilancio della nostra industria della difesa”.
Von der Leyen ha affermato che l’utilizzo dei fondi di coesione “è una possibilità” che si può offrire agli Stati membri su base “volontaria” e consente di usare i fondi non impegnati verso progetti legati alla difesa, ma la decisione finale spetterà al Parlamento e al Consiglio.
“Permettetemi di aggiungere che he tutto ciò avrà ricadute positive anche per la nostra economia e la nostra competitività – ha concluso von der Leyen – Sono fiduciosa che, se liberiamo la nostra potenza industriale, possiamo ripristinare la deterrenza contro coloro che cercano di danneggiarci. È tempo di costruire un’Unione Europea di Difesa che garantisca la pace nel nostro continente attraverso l’unità e la forza”.
Le affermazioni della Presidente hanno trovato pareri contrastanti al Parlamento Europeo. “Abbiamo bisogno di progetti comuni a livello Ue come difesa missilistica, anti droni o un sistema satellitare, non possiamo dipendere dagli Usa”, ha riconosciuto il capogruppo del Ppe, Manfred Weber, aggiungendo ” il compito della nostra generazione è creare un vera e propria unione della difesa e il Ppe è pronto a fare la sua parte”. Weber ha però obiettato che “è necessaria una legittimità ancora più democratica del processo e che “il Parlamento deve essere pienamente coinvolto. Bypassare il Parlamento con l’articolo 122 è un errore”.
Per il Presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa, occorrere lasciare liberi gli Stati di “investire nella pace” o nel campo sociale, ad esempio in salute ed alloggi. “La pace senza la difesa è un’illusione”, ha affermato Costa, ma la difesa “va oltre il riarmo” e comprende gli investimenti “nell’autonomia strategica, la riduzione delle dipendenze energetiche e la protezione delle frontiere”.