(Teleborsa) – Pessimi dati sul fatturato dell’industria italiana, a maggio, mentre l’inflazione è cresciuta più delle previsioni a luglio. E’ quanto emerge dagli ultimi rapporti dell’Istat pubblicati questa mattina. Quello dell’inflazione giugno in anticipo rispetto all’orario previsto.
FATTURATO GI’ A MAGGIO
L’Istat ha confermato che sono tornati a diminuire su base mensile sia il fatturato dell’industria sia quello dei servizi, sia in valore sia in volume. A maggio, infatti, il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, è diminuito su mese dello 0,9% in valore (-0,4 % in volume), con dinamiche negative sul mercato interno (-0,7% in valore e -0,3% in volume) e su quello estero (-1,4% in valore e -0,6% in volume). Per il settore dei servizi, si osserva una diminuzione dello 0,6% in valore e dello 0,4% in volume, estesa a quasi tutti i settori, con l’eccezione dei servizi di alloggio e ristorazione e dei servizi di informazione e comunicazione.
Per quanto riguarda gli indici destagionalizzati del fatturato in valore riferiti ai raggruppamenti principali di industrie, a maggio si registra un aumento congiunturale per i soli beni strumentali (+0,3%) mentre si registra un calo per i beni di consumo (-0,4%), per i beni intermedi (-2,1%) e per l’energia (-2,2%).
Nel trimestre marzo-maggio 2024, in termini congiunturali, il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, registra un calo della stessa intensità sia in valore sia in volume (-2,5%). Positivo l’andamento dei servizi nello stesso arco temporale, con un incremento dello 0,3% in valore e dello 0,4% in volume.
In termini tendenziali e al netto degli effetti di calendario, gli andamenti sono differenziati, con una crescita dei valori e dei volumi per i servizi a cui si contrappone una flessione in valore e in volume per l’industria. A livello tendenziale, il fatturato dell’industria registra infatti una flessione sia in valore (-4,8%) sia in volume (-3,4%), con diminuzioni del 4,4% sul mercato interno (-3,2% in volume) e del 5,5% su quello estero (-3,6% in volume). I giorni lavorativi sono stati 22 come a maggio 2023.
Per quanto riguarda gli indici corretti per gli effetti di calendario del fatturato in valore riferiti ai raggruppamenti principali di industrie, si registrano incrementi tendenziali solo per l’energia (+0,7%), mentre risultano in calo i beni di consumo (-1,6%), e in misura più marcata, i beni intermedi (-6,3%) e i beni strumentali (-6,9%).
Nei servizi, si registrano incrementi tendenziali dello 0,9% in valore e dell’1,2% in volume.
INFLAZIONE CRESCE PIU’ DELLE ATTESE
L’Istat ha pubblicato in anticipo anche il dato sui prezzo al consumo, in vista del verificarsi di problemi tecnici. Secondo le stime preliminari Del mese di luglio 2024, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,5% su base mensile e dell’1,3% su base annua da +0,8% del mese precedente. Dati che superano le aspettative che indicavano un’inflazione in aumento dello 0,3% su base mensile e dell’1,2% tendenziale
La risalita dell’inflazione – spiega l’Istat – si deve in primo luogo all’accelerazione su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +3,5% a +11,3%) e all’attenuarsi della flessione degli energetici non regolamentati (da -10,3% a -6,1%). Un sostegno all’inflazione deriva inoltre dall’andamento dei prezzi dei Tabacchi (da +3,4% a +4,1%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,0% a +4,4%). Per contro, in rallentamento risultano i prezzi dei Servizi vari (da +1,8% a +1,5%), dei Beni non durevoli (da +1,3% a +1,0%), dei Beni alimentari lavorati (da +2,0% a +1,8%), dei Beni alimentari non lavorati (che scendono a -0,3%, dal +0,3% del mese precedente) e dei Beni durevoli (da -1,0% a -1,2%).
Nel mese di luglio l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile a +1,9%, mentre quella al netto dei soli beni energetici decelera lievemente (da +1,9% a +1,8%).
La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni, pur restando negativa, registra una risalita (da -0,7% a -0,1%) e quella dei servizi è in lieve accelerazione (da +2,8% a +3,0%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si porta quindi a +3,1 punti percentuali (dai +3,5 di giugno).
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale (da +1,2% a +0,8%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,0% a +1,9%).
L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1% per l’indice generale e a +2,0% per la componente di fondo.
In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,8% su base mensile, a causa dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e aumenta dell’1,7% su base annua (in accelerazione da +0,9% di giugno).