(Teleborsa) – “Edizione è una grande piattaforma con cuore e testa italiani anche se per il 70 per cento è internazionale”. Così, Alessandro Benetton, da quasi tre anni presidente della holding di famiglia, in una intervista a Il Sole 24 Ore, dà una idea della trasformazione attuata dal Gruppo che si è concretizzata su due fronti: riorganizzazione delle attività e passaggio generazionale.
Per Alessandro Benetton “le novità sono state tante” e questo ha consentito al Gruppo di diventare “più grandi, più solidi, più diversificati”, con un valore di mercato stimato intorno a 13 miliardi di euro e che ha come leva il nuovo patto di governance tra i quattro rami familiari per garantire la stabilità necessaria.
Nella sua prima intervista su Edizione dopo la nomina, Alessandro racconta strategie, scelte, retroscena che sono alla base del rilancio dopo quelli che definisce “momenti drammaticamente dolorosi”, seguiti al crollo del Ponte Morandi, a Genova, di proprietà della società Autostrade, a quel tempo controllata da Atlantia. Un capitolo che ha lasciato “cicatrici” ed ora – afferma – “siamo all’opera con il Ceo Enrico Laghi e con manager qualificati puntando sui giovani e sul lavoro di squadra, su innovazione e sostenibilità“.
Benetton ha parlato dell’Innovation hub di Fiumicino, che ha coinvolto oltre mille start up provenienti da cinque continenti, dalla Silicon valley all’Asia. Oggi 50 di queste realtà stanno sviluppando i loro progetti. – ha ricordato il Presidente di Edizione, ricordando l’importanza delle start up per far crescere il business.
“Insieme a Enrico Laghi, ci aspettiamo che da attività avviate in Italia nascano progetti scalabili a livello di mercati internazionali, così da consentire al Gruppo di sperimentare e cogliere in anticipo le evoluzioni del mercato, senza aspettare che arrivino le proposte del banchiere di turno”, ha sottolineato Benetton, facendo cenno al ruolo del private equity e del venture capital e definendo “molto utile” l’alleanza con 21 invest.
Il Presidente di Edizione ha confermato la centralità dei business aeroporti e infrastrutture di rete, nei quali conferma “l’intenzione di continuare a crescere per linee esterne mediante acquisizioni, alleanze, partecipazione a grandi operazioni a livello internazionale”. “La strategia – afferma Alessandro Benetton – è “puntare sulla sperimentazione del fare”, mentre “innovazione e sostenibilità saranno il filo rosso che dovrà guidare la gestione degli asset”.
“Mundys è votata allo sviluppo, che è qualcosa di permanente, coltivando un patrimonio proprio dei soci fondatori della Benetton. La nostra gestione del patrimonio – ha concluso – è dinamica, non dogmatica. Siamo presenti con attività separate nel settore agricolo, nell’immobiliare, continueremo nelle diversificazioni. Possiamo entrare in un settore allo scopo di valutarlo senza impegni troppo vincolanti, né forzature”.