(Teleborsa) – L’esigenza di individuare un ‘valore di mercato’ dell’energia che consenta una equa remunerazione per i produttori e benefici indiretti per la collettività è stata messa in evidenza dall’assessore alle Risorse energetiche della Regione Lombardia Massimo Sertori, prendendo spunto dal dibattito sullo scostamento di prezzo dell’energia elettrica fra Italia e Germania, Francia e Spagna e sulla relativa perdita di competitività delle nostre imprese.
“Gli strumenti attuali permettono alle aziende energivore di avere sconti sugli oneri di sistema e forniture di energia elettrica a 65 euro al MWh, prezzi in linea con quelli continentali. – spiega Sertori – Strumenti come le condizionalità green e l’energy release forniscono energia a costi calmierati, ma la differenza di prezzo è pagata dalla collettività, comprese le PMI”.
“Esiste anche lo strumento dei power purchase agreement (ppa), contratti a lungo termine tra aziende energivore e produttori di energia rinnovabile, che garantiscono prezzi fissi e calmierati per 8-10 anni. – sottolinea l’assessore – Tuttavia, questo strumento è poco utilizzato. Le aziende chiedono che una parte dell’energia a basso costo prodotta dalle concessioni idroelettriche sia destinata a loro. Nel dibattito sulle riassegnazioni delle concessioni, si afferma che le Regioni puntano a canoni più alti, aumentando i costi per le imprese. Tuttavia, per la Lombardia, l’obiettivo è individuare un ‘valore di mercato’ che consenta una equa remunerazione per i produttori e benefici indiretti per la collettività“.
“L’obiettivo delle riassegnazioni è anche quello di garantire la massima efficienza e produzione di energia pulita e programmabile attraverso il miglior progetto. I proventi delle concessioni possono essere utilizzati per infrastrutture, servizi e benefici sociali, a vantaggio di tutta la collettività, comprese le imprese”, conclude Sertori.