(Teleborsa) – L’introduizione dell”euro digitale è “un tema che riguarda il futuro di tutti noi”. E’ quanto affermato da Chiara Scotti, Vice Direttrice Generale della Banca d’Italia, in occasione della giornata in onore di i Gaetano Colicigno, presso l’Università di Firenze.
“Un progetto al quale stiamo lavorando con passione per realizzarlo al meglio”, ha sottolineato la dirigente di Palazzo Koch, il cui intervento dal titolo “Euro digitale: uno per tutti, tutti per uno” esprime chiaramente il concetto del coinvolgimento di tutti gli stakeholders.
Dopo aver parlato della moltitudine di occasioni in cui può essere usato l’euro digitale – da caffè al bar al pagamento dell’affitto, sino al conto ripartito al ristorante – Scotti spiega che “possiamo pensare all’euro digitale come una versione digitale del contante, cioè una moneta sovrana emessa in forma elettronica. In quanto tale sarebbe una passività dell’Eurosistema e si affiancherebbe al contante e alle altre soluzioni private esistenti senza sostituirli”. “Esso sarebbe quindi un’opzione di pagamento in moneta di banca centrale – prosegue – dotata di regole armonizzate, che permetterebbe attraverso una app o una carta di effettuare pagamenti istantanei al punto vendita, nell’e-commerce, tra persone e verso la pubblica amministrazione. Il tutto indipendentemente dal paese dell’area dell’euro in cui ci si trova o dal fornitore di servizi di pagamento di cui ci si avvale”.
Per spiegare a cosa serve l’euro digitale, Scotti afferma che la sua introduzione permetterebbe “una profonda integrazione dell’economia reale con l’economia digitale mantenendo alcune delle caratteristiche proprie del contante, quali la piena libertà di utilizzo nella zona euro e l’obbligo di accettazione” e di “di porre rimedio alla frammentazione del sistema dei pagamenti al dettaglio, colmando il vuoto dato dall’assenza di una soluzione armonizzata paneuropea per i pagamenti digitali”.
La dirigente di Bankitalia cita anche i vantaggi dell’euro digitale: per i residenti dell’area euro rappresenta uno strumento al servizio delle nostre esigenze di pagamento quotidiane basato, come vi anticipavo, su tre pilastri (inclusività, privacy e libertà di scelta); per tutti gli attori dell’ecosistema vi sono esternalità positive; per le imprese garantirebbe efficienza ed una riduzione dei costi.
L”euro digitale, infine, apporterebbe benefici anche al sistema finanziario. “Gli intermediari europei potrebbero utilizzare la nuova forma di moneta per offrire a basso costo servizi di pagamento accettati in tutta l’area dell’euro – sottolinea Scotti – e sviluppare nuovi servizi a valore aggiunto per la clientela, rafforzando così il proprio modello di business nell’era digitale e il potere negoziale nelle interazioni con le BigTech”.
Scotti ha concluso ricordando che c’è tempo sino al 29 novembre per candidarsi alla sperimentazione della nuova moneta digitale e ribadendo che questa “opportunità” è rivota a tutti: non solo a commercianti, fornitori di servizi di pagamento e aziende fintech, ma anche a istituti di ricerca, esperti tecnici e università.