(Teleborsa) – La contrazione del manifatturiero dell’area euro continua nel quarto trimestre, con i volumi della produzione di ottobre in calo per il diciannovesimo mese consecutivo. La produzione è stata vincolata dall’ennesimo forte declino dei nuovi ordini manifatturieri, portando ad una nuova riduzione dei livelli del personale. Una nota positiva è la minore contrazione della produzione, delle vendite e del livello occupazionale, sebbene l’ottimismo sia scivolato al livello minimo in un anno. Lo rivela l’indagine sulle aspettative dei direttori acquisto delle imprese, condotta da Hamburg Commercial Bank per S&P Global.
L’indice dei direttori d’acquisto delle attività manifatturiere nella Zona Euro si è attestato a 46 punti a ottobre, risultando superiore alla stima preliminare di 45,9 e in aumento rispetto ai 45 precedenti, ma resta al di sotto della soglia critica dei 50 punti che fa da spartiacque fra crescita e recessione.
Per quanto riguarda le economie più importanti dell’Area Euro, l’Italia vede scendere il PMI manifatturiero a 46,9 punti da 48,3 punti precedenti, sotto il preliminare (48,8). La Germania vede aumentare il PMI manifatturiero a 43 punti da 40,6, superiore al 42,6 preliminare. La Francia registra un calo a 44,5 punti, uguale alla stima preliminare, dai 44,6 punti del mese precedente.
“La cosa buona riguardo agli ultimi dati di ottobre è che non c’è stato un aggravamento della recessione del settore manifatturiero – ha commentato Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank – La produzione è calata ad un livello più lento rispetto al mese scorso, e i nuovi ordini sono crollati ad un tasso meno forte. Di conseguenza, le previsioni a brevissimo termine, che oltre al PMI includono molteplici indicatori, suggeriscono che la produzione manifatturiera del quarto trimestre potrebbe contrarsi dello 0,1%”.
“Non è incoraggiante sapere che la riduzione delle giacenze degli acquisti sta continuando ad un livello insolitamente elevato – ha aggiunto – La crisi da Covid-19 ha lasciato il suo segno e l’attuale riduzione delle giacenze è chiaramente collegata al fatto che le aziende hanno acquisto e accumulato materiale e beni intermedi a livelli senza precedenti nel 2021 e nel 2022. Una domanda stagnante non offre alcun motivo per rifornirsi, fattore questo che inevitabilmente ha influito sull’economia”.