(Teleborsa) – A giugno, il settore privato dell’eurozona ha registrato il sesto mese consecutivo di crescita della produzione ed il quarto consecutivo di aumento dell’occupazione. Entrambi i tassi di crescita sono rimasti deboli, ma la tendenza al ribasso dei nuovi ordini sembra si sia esaurita e le previsioni economiche per i prossimi 12 mesi sono state le più positive in quasi un anno. È quanto emerge dall’indagine sulle aspettative dei direttori acquisto delle imprese, condotta da Hamburg Commercial Bank per S&P Global.
L’indice PMI dei servizi nella Zona Euro a giugno 2025 si è rafforzato a 50,5 punti dai 50 della stima preliminare, risultando superiore ai 49,7 del mese precedente. Parallelamente, l’indice PMI composito è salito a 50,6 punti da 50,2 (e rispetto ai 50,2 della stima preliminare). L’indice si mantiene sopra la soglia critica dei 50 punti che separa una fase di contrazione (sotto) da una di espansione (sopra).
Per quanto riguarda le economie più importanti dell’Area Euro, l’Italia vede scendere il PMI dei servizi a 52,1 punti dai 53,2 punti precedenti, sotto il preliminare (52,6). La Germania vede salire il PMI servizi a 49,7 punti dai 49,4 preliminari e rispetto ai 47,1 del mese precedente. La Francia registra un miglioramento a 49,6 punti dai 48,7 della stima preliminare, in aumento rispetto ai 48,9 del mese precedente.
“Dallo scorso aprile, il settore terziario è stato grossomodo stagnante – ha commentato Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank – Uno sguardo alla tendenza di lungo periodo rivela che è dall’estate 2021 che il tasso di crescita risulta inferiore alla media complessiva delle indagini PMI. Ciò indica una crescita piuttosto debole, e con la più lunga durata nel corso di 27 anni di dati PMI. Le due ultime recessioni del settore dei servizi, dovute alla crisi del mercato finanziario nel 2008/2009 e alla crisi dell’euro nel 2012, si sono avute dopo un rallentamento piuttosto rapido della crescita ed è difficile che queste dinamiche si ripetano. Il motivo potrebbe essere legato ad un aspetto strutturale della carenza di manodopera, resasi evidente dai tempi del Covid. Questo significa che, diversamente dal passato, le aziende evitano di licenziare anche durante trimestri scarsi. Per questo, è dal 2021 che il consumo delle famiglie, motore principale della crescita dei servizi, non crolla drasticamente. Anzi, a giugno le aziende hanno addirittura fatto più assunzioni di maggio, con una recessione che nel prossimo futuro potrebbe addirittura essere evitata”.
“La questione è quanto sia lontanamente possibile una forte ripresa, dopo gli ultimi anni di debolezza del terziario – ha aggiunto – Per l’intera eurozona sarà probabilmente difficile, ma per la sua più grande economia, la Germania, è sicuramente probabile, visto lo straordinario pacchetto di stimoli che il nuovo governo sta mettendo in atto. Anche se chi ne trarrà maggior profitto sarà l’ingegneria civile e la difesa, lo stimolo fiscale probabilmente si propagherà nel settore terziario, soprattutto nel prossimo anno. In ogni caso, le aspettative dell’eurozona per i prossimi 12 mesi sono migliorate, anche se i valori restano inferiori alla media di lungo termine”.
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