(Teleborsa) – I dati previsionali dell’indagine PMI raccolti finora a febbraio mostrano un settore privato dell’eurozona che continua a faticosamente a registrare un livello di crescita marginale della produzione, con un tasso di espansione invariato rispetto a gennaio, affermano S&P Global e Hamburg Commercial Bank. Tuttavia, i nuovi ordini sono risultati nuovamente in calo, e ancora una volta le aziende hanno ridotto gli organici a causa della debole domanda. Anche l’ottimismo è calato segnando i minimi in tre mesi. Allo stesso tempo, il tasso di inflazione dei costi è accelerato indicando il valore più rapido in quasi due anni, mentre i prezzi di vendita hanno di conseguenza registrato un maggiore aumento.
Secondo le stime preliminari, l’indice PMI manifatturiero è salito a 47,3 punti da 46,6, risultando superiore ai 46,9 punti attesi dagli analisti. Una soglia che resta inferiore anche a quella critica di 50 e che denota ancora una contrazione dell’attività. Diminuisce invece il PMI dei servizi, che scende a 50,7 punti rispetto ai 51,3 punti precedenti e si confronta con i 51,5 punti attesi. Di conseguenza, il PMI composito si porta a 50,2 punti dai 50,2 precedenti, sotto i 50,5 attesi.
Fra le maggiori economie europee, la Germania mostra un miglioramento del PMI manifatturiero a 46,1 da 45 punti, contro un consensus di 45,4 punti e un peggioramento del PMI sevizi a 52,2 da 52,5 (sotto il 52,4 atteso). In Francia, il PMI manifatturiero aumenta a 45,5 da 45 (45,3 punti il consensus) e il PMI servizi scende a 44,5 da 48,2 (era atteso 48,8).
“Mancano solo due settimane alla riunione della BCE ma arrivano già brutte notizie sul fronte dei prezzi, con i relativi indicatori HCOB PMI per il settore dei servizi in crescita oppure rimasti ad un livello elevato – ha detto Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank – Le dichiarazioni della Presidente della BCE possono essere interpretate nel senso che la sconfitta dell’inflazione può essere considerata tale solo quando quella dei servizi sarà sotto controllo. L’HCOB PMI mostra però che questo non è assolutamente il caso, e ciò è in parte dovuto al fatto che i salari continuano ad essere superiori alla media. È interessante notare come anche i prezzi di acquisto stiano aumentando più nettamente. Ciò dipende, tra l’altro, dal costo dell’energia e, a tale proposito, Isabel Schnabel ha sottolineato la presenza di incertezza, raccomandando fortemente di considerare un blocco sui tassi di interesse nella prossima riunione che deciderà sui tassi guida”.
“La produzione economica nella zona euro si sta muovendo a malapena – ha aggiunto – La recessione un po’ più mite nel settore manifatturiero è appena compensata dalla crescita quasi impercettibile del settore dei servizi. Si spera sicuramente in un governo tedesco che sarà in grado di agire dopo le elezioni, e che dovrebbe anche fornire un impulso positivo per l’eurozona nel suo insieme. Tuttavia, questo è controbilanciato dalla relativa instabilità della Francia e da una politica doganale degli Stati Uniti che sta suscitando insicurezza. Questi dati, quindi, non indicano ancora una ripresa nella zona euro”.