(Teleborsa) – L’economia dell’eurozona a febbraio è rimasta in espansione, anche se il tasso di crescita è rimasto invariato rispetto a gennaio
indicando perciò valori complessivamente marginali. Lo rivela l’indagine sulle aspettative dei direttori acquisto delle imprese, condotta da Hamburg Commercial Bank per S&P Global.
L’indice PMI dei servizi nella Zona Euro a febbraio 2025 si è indebolito a 50,6 punti dai 50,7 della stima preliminare, risultando inferiore anche ai 51,3 del mese precedente. Parallelamente, l’indice PMI composito è rimasto invariato a 50,2 punti (uguale alla stima preliminare). L’indice si mantiene sopra la soglia critica dei 50 punti che separa una fase di contrazione (sotto) da una di espansione (sopra).
Per quanto riguarda le economie più importanti dell’Area Euro, l’Italia vede salire il PMI dei servizi a 53 punti dai 50,4 punti precedenti, sopra il preliminare (50,9). La Germania vede scendere il PMI servizi a 51,1 punti dai 52,2 preliminari e rispetto ai 52,5 del mese precedente. La Francia registra un miglioramento a 45,3 punti dai 44,5 della stima preliminare, anche se in calo rispetto ai 48,2 del mese precedente.
“In questi ultimi due mesi, l’economia dell’eurozona è cresciuta a malapena, visto che la lieve espansione del settore terziario è stata quasi totalmente azzerata dalla recessione del manifatturiero – ha commentato Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank – La buona notizia è che il calo del manifatturiero si sta indebolendo, il che potrebbe preparare la strada ad una ripresa dell’intera economia”.
“In vista della prossima riunione BCE, tutti gli occhi sono puntati sull’aumento dei costi dovuti agli incrementi salariali che centrano l’attenzione della banca centrale sull’inflazione dei servizi – ha aggiunto – Se non si hanno segnali di abbattimento dell’inflazione dei costi, è plausibile che durante la prossima riunione qualcuno della BCE voglia proporre di sospendere il taglio dei tassi. L’ottimismo del settore terziario sull’attività futura sta diminuendo rispetto alla media di lungo termine, visto che la situazione attuale è fortemente segnata dall’incertezza politica in Francia e Germania ma anche dall’ondata di notizie internazionali che non incoraggiano la spesa dei consumatori”.