(Teleborsa) – “I dati mostrano che la difficoltà nella riscossione costituisce la principale causa delle crisi finanziarie degli enti locali”. È quanto ha sottolineato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nell’audizione presso la Commissione parlamentare sul federalismo fiscale. Giorgetti ha posto l’accento sull’importanza della riscossione che “rappresenta un nodo centrale della gestione finanziaria degli enti locali, dal momento che sono sempre più limitati i margini di manovra entro i quali gli enti possono agire per incrementare il livello delle proprie entrate”.
Giorgetti ha evidenziato la necessità che gli enti territoriali migliorino le attività di riscossione e allo stesso tempo la “compliance spontanea” dei contribuenti, anche “alla luce della nuove regole europee”. Diversi aspetti di miglioramento della riscossione – ha ricordato il ministro – sono contenuti nella legge di delega fiscale, i cui decreti attuativi sono in fase di definizione. In particolare, per quanto riguarda i tributi regionali, Giorgetti ha indicato “l’estensione dell’accertamento esecutivo e le tipologie di definizione agevolata, anche sotto forma di adesione a quelle introdotte per le entrate erariali”. Per quanto riguarda gli enti locali, il ministro ha detto che “è stata estesa la possibilità di adempiere mediante compensazioni tra debiti e crediti degli enti, privilegiando l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari, con sistemi premiali di riduzione delle sanzioni”.
Rispondendo alle domande nell’audizione nella Commissione parlamentare sul federalismo fiscale Giorgetti ha affermato che “ogni processo di riforma fatto in situazione di risorse decrescenti è difficile. Se la torta si deve restringere, tutti sono coinvolti”, lo Stato centrale e le amministrazioni territoriali e locali. “Il tema – ha aggiunto Giorgetti – si è posto in passato con il patto di stabilità interno per gli enti locali, e si ripropone oggi con gli obiettivi della nuova governance europea” che non riguardano solo indicatori come il saldo o il deficit, ma c’è una focalizzazione sulla dinamica della spesa, al netto degli interessi, una accezione che la Commissione sta ancora definando”.
“Se viene data una traiettoria all’Italia, come Repubblica, quindi comprendendo lo Stato e gli enti locali, vuol dire che a quell’obiettivo tutti si devono adeguare, altrimenti – ha spiegato Giorgetti – chi non lo fa pesa sugli altri. Certamente alcune spese inevitabilmente continueranno a crescere, come quella per le pensioni, perchè diventiamo sempre più vecchi”. Oggi si pone quindi il problema di “come tradurre questi obiettivi sulla spesa di tutto il sistema, in modo coerente con le riforme previste in termini di federalismo fiscale. E’ una sfida comlicata”.
Sul fronte dell’attuazione della perequazione “il governo è favorevole” a un’accelerazione – ha detto Giorgetti – ma gli enti locali non vogliono e “le associazioni degli enti nelle conferenza unificate, tentano di rellentare il processo”. “La perequazione – ha aggiunto il ministro – danneggerebbe i Comuni meno efficienti che finora hanno ricevuto più risorse rispetto ai fabbisogni standard. L’Anci – ha spiegato il ministro – ha valutato che l’applicazione rapida e integrale del processo perequativo creerebbe difficoltà agli enti a svolgere le funzioni fondamentali. Qualche Comune dovrebbe licenziare la metà del personale che aveva inutilmente assunto negli anni precedenti. Noi abbiamo detto che garantiamo una perequazione più o meno ordinata dal 2030, ma – ha concluso rivolgendosi ai parlamentari – se volete accelerare fate un emendamento”.