(Teleborsa) – Dopo la caduta martedì del governo francese guidato da Francois Bayrou, Il presidente Emmanuel Macron ha agito rapidamente per sostituirlo, nominando Sebastien Lecornu come quinto primo ministro in soli due anni, un suo stretto alleato a cui ha affidato il compito di trovare una soluzione accettabile alla crisi di bilancio.
“Le prime reazioni della coalizione di governo, tuttavia, suggeriscono che la sua scelta non è stata accolta con favore da tutti, in particolare in vista delle elezioni amministrative che si terranno nel marzo 2026″, commenta Robert Schramm-Fuchs, Portfolio Manager di Janus Henderson.
È probabile, aggiunge, “che il bilancio 2026 non raggiunga gli obiettivi di risparmio originariamente fissati da Bayrou, che apparivano modesti nel contesto delle più ampie sfide di deficit della Francia”.
Ad aumentare l’incertezza, “sono in corso manifestazioni di protesta organizzate tramite i social media che potrebbero eguagliare in termini di portata il movimento dei “gilets jaunes” (gilet gialli) del 2018-2019″.
Nel frattempo, Fitch – che attualmente Fitch assegna alla Francia un rating ‘AA-‘ con outlook negativo – dovrebbe pubblicare questo fine settimana l’aggiornamento del rating sovrano, mentre Moody’s e S&P dovrebbero farlo in ottobre e novembre.
“Senza un impegno sociale a favore della disciplina fiscale e una direzione politica più chiara, è improbabile che lo spread sovrano della Francia rispetto alla Germania si riduca in modo significativo. A seconda di come si evolveranno gli eventi, ciò potrebbe avvenire in modo graduale o improvviso”, prosegue Schramm-Fuchs.
Il manager di Janus Henderson intravvede due scenari che potrebbero influenzare il sentiment degli investitori sulla Francia.
Il primo scenario vede il graduale ampliamento dello spread. In questo scenario, definito “più probabile”, i mercati azionari europei potrebbero assorbire il clima politico. “I titoli quotati in Francia potrebbero persino registrare un rimbalzo nel breve termine, dopo essere stati penalizzati dalla recente incertezza. Macron, i partiti centristi e l’Unione Europea (UE) hanno pochi incentivi ad alimentare le tensioni. La Commissione Europea dovrebbe approvare un bilancio francese meno ambizioso nell’ambito della procedura per i disavanzi eccessivi, a condizione che si registrino progressi nella riduzione del disavanzo”.
Il secondo scenario vede invece un rapido ampliamento dello spread. “Se l’instabilità politica dovesse intensificarsi, i titoli azionari francesi potrebbero continuare a sottoperformare. L’indice CAC40 ha recentemente toccato i minimi pluridecennali rispetto al DAX tedesco e da allora ha registrato un andamento laterale. Tuttavia, i mercati azionari europei sono diventati abili nel distinguere tra i settori e le società più esposti al rischio sovrano”.
Guardando oltre i confini francesi, spiega Schramm-Fuchs, “la Germania offre uno dei contesti macroeconomici più interessanti d’Europa. Il Paese sta investendo 500 miliardi di euro in spese fiscali per infrastrutture e difesa, mentre il settore privato sta investendo 631 miliardi di euro attraverso l’iniziativa ‘Made for Germany’. Una coalizione di governo coesa sta inoltre perseguendo modeste riforme in materia di welfare e fiscalità volte a rilanciare la crescita e a rafforzare la sostenibilità e la competitività”. A livello globale, “le banche centrali stanno tagliando i tassi di interesse, mentre le curve dei rendimenti più ripide segnalano un’accelerazione economica”. Queste dinamiche “favoriscono l’economia tedesca trainata dalle esportazioni e posizionano l’Europa per una crescita sottovalutata nel 2026-2027”.
In conclusione, afferma Schramm-Fuchs, “Continuiamo a mantenere una visione positiva per l’Europa e rimaniamo prociclici e rialzisti, riflettendo la fiducia nella traiettoria di crescita a medio termine della regione”.