(Teleborsa) – L’uso della intelligenza artificiale è diventata la normalità per la Gen Z (nati tra il 1997 e il 2012) ed i Millennial (nati tra il 1981 e il 1996) italiani, mentre la preoccupazione per i nuovi conflitti supera il timore per la disoccupazione, entrando nella top 3 delle grandi questioni globali da affrontare insieme al caro vita e al cambiamento climatico.
Sono questi alcuni dei trend che emergono dalla quattordicesima edizione della Gen Z e Millennial Survey, lo studio globale di Deloitte condotto su oltre 23 mila Gen Z e Millennial di 44 Paesi in tutto il mondo: Il costo della vita rimane la prima preoccupazione sia per la Gen Z italiana (37%) che per i Millennial (39%). Circa 6 giovani su 10 dichiarano di vivere di stipendio in stipendio e temono che non arriveranno mai a percepire una pensione di anzianità (soprattutto per sfiducia verso il sistema di welfare). La protezione dell’ambiente è indicata come seconda grande questione dal 28% dei Gen Z e dal 25% dei Millennial. In terza posizione, invece, emerge il timore per i conflitti in corso.
Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie, i nativi digitali si dimostrano molto aperti alle novità tecnologiche legate all’AI e alla GenAI. In Italia, infatti, sia i Gen Z che i Millennial intervistati dichiarano di utilizzare comunemente l’AIper la creazione di contenuti e l’analisi dei dati. Così, il 73% della Gen Z e il 73% dei Millennial italiani afferma che l’intelligenza artificiale ha liberato tempo e ha migliorato il work-life balance. Il 71% della Gen Z e il 76% dei Millennial italiani pensa che la GenAI abbia migliorato la qualità del proprio lavoro. Consapevole degli enormi cambiamenti in corso, il 62% della Gen Z e il 67% dei Millennial sta già considerando opportunità di lavoro meno vulnerabili all’automazione, mentre il 55% dei Millennial e il 61% dei Gen Z pensa che l’AI potrebbe comportare una riduzione dei posti di lavoro.
Se l’intelligenza artificiale spaventa sotto alcuni aspetti le generazioni oggetto dello studio, dall’altro i nati tra il 1981 ed il 2012 sembrano aver compreso perfettamente quali sono le potenzialità di questo strumento: i giovani italiani utilizzano la GenAI per la creazione di contenuti (39% Gen Z, 37% Millennial), per l’analisi dei dati (36% Gen Z, 39% Millennial), per il project management (33% Gen Z, 30% Millennial), per lo sviluppo di software (31% Gen Z, 30% Millennial), per il design e la creatività (27% Gen Z, 24% Millennial), per la formazione (26% Gen Z, 28% Millennial) e per il supporto clienti (25% Gen Z, 25% Millennial). Una evidenza molto incoraggiante, contraria al trend dei “colleghi” più anziani che dimostrano di vivere i numerosi AI Agent (come Gemini o Copilot) come dei motori di ricerca più versatili e comprensibili.
Dalla ricerca emerge infine che la Gen Z, a livello globale, dà priorità alle opportunità di crescita professionale e di formazione nella scelta di un datore di lavoro, mentre solo il 6% aspira a ricoprire posizioni dirigenziali di alto livello. Rimane importante l’attenzione al work-life balance e alla salute mentale, che sono due delle grandi eredità del periodo pandemico ritenute imprescindibili dai più giovani.
Rimane anche un forte interesse per l’ambiente: Il 73% dei Gen Z e il 68% dei Millennial intervistati in Italia, rispetto al 65% della Gen Z e al 63% dei Millennial a livello globale, affermano di essersi sentiti preoccupati per l’impatto ambientale. Per proteggere il pianeta, quindi, Gen Z e Millennial italiani sono disposti ad agire concretamente, anche acquistando un veicolo elettrico, migliorando propria casa per renderla più sostenibile e limitando gli sprechi idrici e alimentari. La sostenibilità è inoltre fondamentale per il 33% dei Gen Z e il 25% dei Millennial nelle proprie scelte di acquisto, mentre il 14% Gen Z e il 10% Millennial ha lasciato il proprio lavoro perché preoccupato dal suo impatto ambientale.
“I Gen Z e i millennial di tutto il mondo hanno iniziato il loro percorso professionale all’ombra di una pandemia globale e di una crisi finanziaria – eventi che, chiaramente, hanno plasmato le loro aspettative sul lavoro e le loro priorità nella vita”, spiega Paolo Galletti, People & Purpose Leader di Deloitte Italia. “Attenti alle novità tecnologiche, Gen Z e Millennial stanno anche rivalutando le competenze di cui hanno bisogno per il mondo del lavoro di domani, consapevoli del grande impatto potenziale che l’AI e la GenAI potrebbero avere in futuro”.
(Foto: Applicazione di AI e VR per il design)