(Teleborsa) – Si parla sempre più spesso di intelligenza artificiale, le implicazioni e le opportunità sono infinite e l’opinione pubblica è sempre più incuriosita da questo fenomeno che mostra punti molto positivi, ma anche episodi in chiaroscuro. A fare il punto sulla definizione di intelligenza artificiale, regolamentazione e applicazioni a sostegno della cittadinanza, la trasmissione Uno Mattina Estate andata in onda stamattina su Rai Uno, tra i suoi ospiti ha chiamato in studio il presidente dell’Associazione Nazionale Giovani Innovatori, Gabriele Ferrieri.
“L’intelligenza artificiale – ha spiegato Ferrieri – è l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività. Alla base ci sono due elementi fondamentali: i dati e l’algoritmo. I modelli di intelligenza artificiale, infatti, si basano sui dati, ovvero su informazioni che alimentano e addestrano questi modelli per elaborare e rielaborare i dati. Se il dato alimenta l’intelligenza artificiale cosa la fa funzionare? La risposta è l’algoritmo ovvero le istruzioni che, attraverso la programmazione, definiamo per un sistema informatico. Ad esempio, l’IA generativa capace di produrre un test o un’immagine, nasce dalla capacità degli algoritmi di intelligenza artificiale di apprendere. È doveroso ricordare su questo la figura del famoso Alan Turing, padre della scienza informatica e dell’intelligenza artificiale, da lui teorizzate già negli anni trenta del ‘900. Grazie alla sua formalizzazione dei concetti di algoritmo e calcolo mediante l’omonima macchina, ha dato un significativo passo avanti nell’evoluzione verso il moderno computer. E già dal 1956 è entrato nel mondo accademico il tema IA, l’anno del famoso seminario estivo tenutosi presso il Dartmouth College di Hanover nel New Hampshire durante il quale la nuova disciplina venne fondata programmaticamente”.
La stessa trasmissione Unomattina è stata vittima del cosiddetto fenomeno del deep fake, cioè quelle foto, video e audio creati grazie a software di intelligenza artificiale (AI) che, partendo da contenuti reali (immagini e audio), riescono a modificare o ricreare, in modo estremamente realistico, le caratteristiche e i movimenti di un volto o di un corpo e a imitare fedelmente una determinata voce.
Alla domanda, come è stato ed è il processo regolatorio, il presidente dell’ANGI ha evidenziato il lavoro portato avanti dall’Unione Europea e dal Governo italiano, con un appello finale alle istituzioni. “Il 13 marzo 2024 – ha detto Ferrieri – è stata approvata dal Parlamento europeo, la prima legge trasversale al mondo sull’intelligenza artificiale con l’obiettivo di creare un quadro normativo armonizzato e proporzionato per l’intelligenza artificiale. L’Ai Act si basa sul principio che l’IA deve essere sviluppata e utilizzata in modo sicuro, etico e rispettoso dei diritti fondamentali e dei valori europei. Dopo poco più di un mese dall’approvazione dell’AI Act in sede europea, l’Italia ha subito tracciato le linee guida per l’utilizzo dell’IA in vari ambiti, dall’economia alla sicurezza digitale, mettendo al centro la protezione dei cittadini e dei valori democratici. Su proposta infatti della presidente Giorgia Meloni e del ministro della Giustizia Carlo Nordio, il Consiglio dei Ministri ha approvato lo scorso 23 aprile 2024 un disegno di legge per l’introduzione di disposizioni e la delega al Governo in materia di intelligenza artificiale. Con tale provvedimento, il governo italiano si propone di armonizzare la legislazione nazionale europea entro dodici mesi dall’approvazione dell’AI Act. Tuttavia è necessario un maggiore sforzo in termini di investimenti, soprattutto per il comparto imprese e soprattutto per il mondo delle startup innovative che rappresentano un opportunità unica per il nostro sistema economica e che vanno sostenute con una più ampia e rimodulata versione dell’attuate startup act”.