(Teleborsa) – L’economia internazionale continua a mostrare una crescita moderata ma stabile, sostenuta dal calo dell’inflazione e da condizioni del mercato del lavoro ancora solide in molti paesi. E’ quanto conferma la nota congiunturale dell’Istat, segnalando che le prospettive per i prossimi mesi si confermano incerte e in leggero peggioramento. L’indice globale dei manager degli acquisti (PMI) per i nuovi ordini all’esportazione, che anticipa la tendenza del commercio internazionale, è sceso a giugno al di sotto della soglia dei 50 punti (49,7), per poi peggiorare ulteriormente in agosto (48,9).
Nonostante l’attuale asincronia della politica monetaria tra le due aree, il tasso di cambio euro-dollaro ha continuato a fluttuare intorno ai livelli del 2023, con una media di 1,08 dollari per euro nel periodo gennaio-luglio 2024. L’euro si è poi apprezzato moderatamente toccando ad agosto la quotazione media di 1,10 dollari, spinto dalle attese di un peggioramento delle prospettive di crescita negli Stati Uniti.
La crescita nell’area euro resta moderata. Il lento calo dell’inflazione e la riduzione, al momento limitata, dei tassi di interesse non hanno ancora avuto un impatto positivo sul recupero dei consumi e degli investimenti privati. Il Pil dell’area nel secondo trimestre ha registrato una variazione dello 0,2% su base congiunturale, andamento che sottende dinamiche opposte nei principali paesi: una contrazione in Germania (-0,1%) un ritmo modesto in Francia (+0,2%) e molto vivace in Spagna (+0,8%).
Quanto all’economia italiana, nel secondo trimestre, il PIL ha segnato un lieve aumento su base congiunturale, registrando il quarto tasso di crescita consecutivo, con un apporto modesto da parte dei consumi finali e degli investimenti. Migliora ad agosto, dopo quattro mesi di calo, la fiducia delle imprese; peggiora, dopo tre mesi di incremento, quella dei consumatori, guidata da un deterioramento di tutte le componenti dell’indice. Deboli gli scambi di beni. Le esportazioni di beni in valore si confermano poco vivaci; continuano a ridursi le vendite dirette verso i mercati Ue.
La produzione industriale – sottolinea la nota dell’Istat – ha evidenziato in luglio una nuova contrazione, dopo gli incrementi nei due mesi precedenti. In Italia, la fase di discesa della produzione industriale, comune anche ad altri Paesi dell’Ue e particolarmente marcata in Germania, non sembra ancora conclusa. La contrazione tra i settori produttivi è stata tuttavia eterogenea: per i beni strumentali, inizialmente in espansione, si segnala successivamente una contrazione per più del 50% dei settori, mentre per i beni di consumo, si evidenzia un incremento della quota di settori in espansione, proseguita anche nei mesi più recenti.
Prosegue a luglio il trend crescente dell’occupazione: il numero di occupati, per la prima volta dalla rilevazione della serie, supera i 24 milioni di unità. La crescita ha coinvolto prevalentemente le donne e gli individui di tutte le classi d’età, ad eccezione dei 25-34enni. La disoccupazione a luglio è in forte diminuzione rispetto al mese precedente per effetto di un calo che coinvolge in particolare le donne e gli individui di tutte le classi età.
L’andamento tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA), in leggera risalita in luglio e agosto rispetto ai mesi precedenti, è stato guidato da un rafforzamento dell’inflazione nei servizi, solo parzialmente compensato da riduzioni nel settore dei beni.