(Teleborsa) – Prosegue la fase di moderata crescita del mercato del lavoro, che continua a creare un’occupazione sempre più stabile, anche in termini di contratti. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto trimestrale dell’Istat, da cui emerge che, nel terzo trimestre 2024, l’input di lavoro misurato dalle ore lavorate è aumentato dello 0,2% nel trimestre e dell’1,5% su anno. Nello stesso periodo il Pil è rimasto stazionario in termini congiunturali ed è cresciuto dello 0,4% in termini tendenziali.
Lavoro stabile in crescita
Gli occupati aumentano di 117 mila unità (+0,5%) rispetto al secondo trimestre 2024, a seguito della crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+111 mila, +0,7%) e degli indipendenti (+43 mila, +0,8%) che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine (-37 mila, -1,3% in tre mesi).
Disoccupazione ancora in calo
Cala il numero di disoccupati (-149 mila, -8,7% in tre mesi), anche se aumenta quello degli inattivi (+88 mila, +0,7%). Per quanto concerne la dinamica per i tassi, il tasso di disoccupazione scende al 6,1% (-0,6 punti) e quello di inattività sale al 33,4% (+0,2 punti), mentre quello di occupazione raggiunge il 62,4% (+0,2 punti).
Ottobre positivo
Nei dati provvisori del mese di ottobre 2024, rispetto al mese precedente, prosegue l’aumento degli occupati (+47 mila, +0,2%) e del relativo tasso (+0,1 punti) che si associa alla diminuzione del tasso di disoccupazione (-0,2 punti) e alla crescita di quello di inattività 15-64 anni (+0,1 punti).
Oltre mezzo milione di occupati in più
L’occupazione a ottobre cresce anche in termini tendenziali (+517 mila, +2,2% rispetto al terzo trimestre 2023), coinvolgendo pure in questo caso i dipendenti a tempo indeterminato (+3,6%) e gli indipendenti (+2,6%) a fronte della diminuzione dei dipendenti a termine (-5,9%).
Prosegue il calo del numero di disoccupati (-418 mila in un anno, -22,7%), mentre torna a crescere quello degli inattivi (+100 mila, +0,8%). Tale dinamica si riflette nella crescita del tasso di occupazione (+1,0 punti in un anno) e di quello di inattività (+0,1 punti) e nella diminuzione del tasso di disoccupazione (-1,7 punti).
Costo lavoro in aumento per le imprese
Dal lato delle imprese, la crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti si osserva anche in questo trimestre, con un aumento pari allo 0,5% nel totale ed allo 0,4% nelle componenti a tempo pieno e a tempo parziale. Rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, l’aumento si attesta a 2,2% nel totale e nella componente part time, lievemente inferiore la crescita della componente full time (+2,1%).
Le ore lavorate per dipendente diminuiscono sia in termini congiunturali (-0,9%) sia tendenziali (-1,0%) e il ricorso alla cassa integrazione sale a 8 ore ogni mille ore lavorate. Il tasso dei posti vacanti rimane invariato, al 2%, nel confronto congiunturale e diminuisce di 0,2 punti percentuali in quello tendenziale.
L’aumento del costo del lavoro per Unità di lavoro equivalente a tempo pieno (Ula) su base congiunturale, pari all’1%, è di uguale entità per le sue componenti (retribuzioni e contributi sociali). Su base annua, per effetto dei miglioramenti stabiliti nei rinnovi contrattuali, la crescita del costo del lavoro è più marcata, attestandosi al 4,6%; l’aumento riguarda sia la componente retributiva (+4,3%) – che registra, per il secondo trimestre consecutivo, la massima intensità di crescita nella serie storica dal 2010 (escludendo il periodo eccezionale di emergenza sanitaria) – sia, in misura più significativa, i contributi sociali (+5,1%).