(Teleborsa) – L’Egitto, terra di misteri e leggende, continua a esercitare un fascino irresistibile sui viaggiatori di tutto il mondo: fra le piramidi, i templi millenari e il maestoso Nilo, questo straordinario paese è un museo a cielo aperto che racconta una delle civiltà più affascinanti della storia umana. Non a caso quest’anno l’Egitto ha avuto un introito di 15 miliardi di dollari proveniente solo dal turismo, battendo il record del 2023 e anche gli incassi del 2010, prima della Rivoluzione e prima del Covid.
Gli italiani non sono certo indenni alla fascinazione di questa civiltà, anzi: lo dimostra il grande successo del Museo Egizio di Torino, che nel 2023 ha visto oltre un milione di visitatori oltrepassare la sua soglia e che genera, secondo la ricerca “L’impatto economico e sociale del Museo Egizio” condotta da Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura, un impatto economico totale sul territorio di 412 milioni di euro.
Il fascino che emana dalla cultura egizia è ammantato anche di mistero, alimentato dalle tante leggende che nei secoli si sono radicate intorno alla sorprendente costruzione delle Piramidi e anche alla conoscenza incredibilmente accurata che gli egizi avevano della volta celeste: sono la scienza e l’ingegno umano la meraviglia su cui è necessario ancora una volta puntare gli occhi.
Come spesso accade è l’arte a fare da ponte fra questi due aspetti ed è un’artista italiana, Federica Di Carlo, a dare la sua personalissima lettura dell’unione fra scienza e mito con l’installazione artistica “I See I See” (realizzata con il supporto di Ministero degli Esteri, Istituto Italiano di Cultura del Cairo, Gestione Silo, Collezione Motta) dal 24 ottobre al 16 novembre 2024 tra le iconiche piramidi di Giza nell’ambito della mostra internazionale “Forever Is Now.04”.
Di Carlo è l’unica donna italiana selezionata per l’edizione 2024 di Art D’Égypte ed ha portato un’opera visionaria, che sfida i confini della percezione tradizionale attraverso un complesso sistema di lenti ottiche, trasformando la luce del deserto in uno spettacolo sensoriale che invita gli spettatori a riscoprire il paesaggio delle piramidi con nuovi occhi.
L’installazione di Federica Di Carlo, in questo contesto, non è solo un omaggio all’antica civiltà egizia, ma un invito a guardare oltre il visibile, esplorando l’universo sopra e sotto di noi.
La sua opera si inserisce perfettamente nel dialogo collettivo che “Forever Is Now.04” vuole promuovere, riunendo 12 artisti internazionali in un evento che trascende il tempo e i confini culturali, sotto l’egida del Ministero della Cultura e del Turismo d’Egitto e con il patrocinio dell’UNESCO.
“I SEE, I SEE”, che significa – io vedo, io conosco – appartiene alla serie che Di Carlo inizia a realizzare dal 2015 ispirata alla forma con cui vengono assemblati gli specchi dei telescopi spaziale. Queste sculture sono per l’artista dei display, delle superfici “schermo” tra visto e vedente che agiscono con il paesaggio di fronte, generando quelle che Joice definirebbe “visioni involontarie”.
Con la sua arte, Federica Di Carlo indaga il rapporto dell’uomo con la natura, i confini, l’ambiente, il potere, l’ignoto, misurandone le reciproche connessioni e disconnessioni in forma poetica. L’artista si pone con uno sguardo verticale in costante rimando tra la dimensione umana più intima e la sua rilevanza cosmica. Le sue opere si presentano spesso come sistemi complessi caratterizzati da un’ampia gamma di elementi della natura, cose inanimate, fenomeni fisici e tecnologie. I suoi cicli di lavoro su un tema possono durare anche diversi anni; sono concepiti come mondi interconnessi, dove ogni opera è una continuazione, implementazione, implosione di quelle precedenti. Si tratta di simbologie permeabili, a volte contingenti e spesso con una parte dell’opera affidata al controllo della natura e non dell’artista, gli spettatori assistono attraverso i loro sensi per completare il processo dell’opera.