(Teleborsa) – Dopo una seduta notturna, la Camera ha approvato l’Autonomia Differenziata con 172 voti favorevoli, ma senza il supporto di tre deputati calabresi di Forza Italia. “Servivano “un ulteriore approfondimento e imprescindibili migliorie”, hanno fatto sapere. In Aula è successo un po’ di tutto, tra gli applausi della maggioranza e proteste dell’opposizione, con manifestazioni di dissenso e sventolio di bandiere.
“Più autonomia, più coesione, più sussidiarietà – ha esultato la presidente del consiglio, Giorgia Meloni -. Un passo avanti per costruire un’Italia più forte e più giusta. Avanti così, nel rispetto degli impegni presi con i cittadini”, mentre le opposizioni, unite contro la riforma, hanno annunciato una raccolta firme per un referendum abrogativo.
Il voto ha suscitato critiche per l’approvazione notturna e ha evidenziato crepe nella maggioranza, con Forza Italia che è stato il gruppo di centrodestra con la percentuale più bassa di partecipanti al voto (fra missioni e altro): il 51%.
L’autonomia differenziata consente alle Regioni di ottenere autonomia legislativa su materie di competenza concorrente e, in alcuni casi, esclusiva dello Stato. Le Regioni possono trattenere il gettito fiscale, che non verrebbe più distribuito a livello nazionale. La legge approvata disciplina l’autonomia delle Regioni a statuto ordinario e speciale, oltre alla Provincia Autonoma di Trento e Bolzano, in 23 materie come salute, istruzione, e trasporti, richiedendo pareri locali prima della richiesta formale. Gli accordi tra Stato e Regione possono durare fino a 10 anni e sono rinnovabili. La riforma, inoltre, introduce i Livelli Essenziali di Prestazione (Lep) per garantire uniformità nei servizi, con il governo che avrà 24 mesi per stabilirli. Una cabina di regia nazionale monitorerà il rispetto dei Lep e potrà intervenire in caso di inadempienze regionali.