(Teleborsa) – L’innovazione digitale sta rivoluzionando il settore delle costruzioni, grazie all’integrazione di intelligenza artificiale, digital twin e robotica. Queste tecnologie hanno applicazioni sempre più concrete e diventano strumenti per ottimizzare l’intero ciclo di vita degli edifici: dalla progettazione alla gestione del cantiere, fino alla manutenzione e all’operatività. Questa trasformazione è accessibile a imprese di ogni dimensione, massimizzando l’efficienza, riducendo i costi e migliorando la sostenibilità degli interventi. Una recente dichiarazione di Tobi Lütke, CEO of Shopify, rifererita all’adozione dell’AI a livello aziendale, “If you’re not climbing, you’re sliding” (se non stai salendo, stai scivolando), evidenzia la necessità di non tralasciare nessuna novità portata dalla digitalizzazione, anche se allo stato attuale può sembrare inutile o malfunzionante.
Questo è lo spirito che ha animato il Workshop “L’evoluzione digitale nella filiera dell’edilizia” che ha avuto luogo nell’ultima edizione di REbuild, tenuto da Alberto Mattiello, esperto di tecnologia e innovazione aziendale e Partner di Retail Hub, realtà di consulenza che si concentra sull’aiutare le aziende a trovare uno “sweet spot” tra marketing, innovazione tecnologica e business emergenti: “L’evoluzione dell’intelligenza artificiale è sotto gli occhi di tutti: nel giro di pochi anni sono state prodotte decine di migliaia di applicazioni che possono automatizzare parti o interi processi del nostro modo di lavorare. Utilizzare l’intelligenza artificiale è sempre più economico: nel giro di due anni i costi per l’utilizzo delle IA si sono abbattuti di oltre il 99%. D’altra parte, guardando al futuro, il numero di applicazioni che stanno per arrivare sul mercato è ancora maggiore, saranno ancora più potenti e, soprattutto, saranno ancora più numerose”.
E’ fondamentale capire che per le imprese, oggi, entrare in questo mondo non è più un’opzione ma una necessità (come ad esempio fu l’utilizzo della posta elettronica agli albori di Internet), e deve diventare un’infrastruttura “culturale” dell’impresa stessa. Continua infatti Mattiello: “questo ha molte applicazioni: significa avere aziende più snelle e un potenziale di performance molto più alto di prima per ciascuna persona che lavora all’interno di un’impresa. D’altra parte, comporta forse anche delle aree di rischio per i lavoratori”.
Il problema più grosso relativamente alla forza lavoro secondo Mattiello, non è tanto relativo alla perdita di posti di lavoro, ma alla difficoltà di trovare una mansione per le figure Junior: “in questo momento diventa molto difficile cercare di capire come permettere a un neolaureato di costruire esperienza, perché oggi l’intelligenza artificiale sa fare molte cose, ma non ha esperienza. Quindi, sul mercato del lavoro, ha molto più valore chi ha esperienza rispetto a chi non ne ha, e questo ovviamente va a influire soprattutto sui giovani che devono iniziare a costruirsi una carriera”.
Questo aspetto, oltre ad annullare quell’elemento comunque altamente formativo rappresentato dall’occuparsi di compiti semplici e ripetitivi, potrebbe andare ad annullare alcune specializzazioni dal contenuto altamente tecnico (programmazione in primis, ma anche progettista o modellatore), come Spiega in conclusione Alberto Mattiello: “Ad esempio, una delle tecnologie che avrà un impatto maggiore sulla produttività è il fatto che GPT e tutte le altre AI potranno dialogare con i software che usiamo quotidianamente. Esistono nuove generazioni di tecnologie che connettono questi due mondi, per cui non avrò più bisogno di saper usare i comandi di un software, qualsiasi esso sia, ma mi basterà spiegare all’IA che tipo di risultato desidero ottenere, e sarà l’IA stessa a interagire con i software e a generarlo. Questo significa essere molto più rapidi in ciò che si fa, questo significa avere un livello di conoscenza condivisa per tutte le persone che accedono magari per la prima volta a un software. Ma la differenza la farà la visione progettuale, l’idea concettuale e la nostra capacità di interagire, ovviamente, con le macchine“.
(Foto: Slide con una mano umana e una mano robotica che si stringono, rappresentando la collaborazione tra utente e AI)