(Teleborsa) – Le periferie a Roma sono città: rese immortali da Pasolini, analizzate dai sociologi, fucine di nuove idee e resilienze, sono laboratori di interculture e di inclusività naturale. Sgusciano fra i tentativi di gentrificazione e sopperiscono alla mancanza di servizi creandosi da sé occasioni, luoghi di aggregazione e di riscossa sociale. E mentre la nomenclatura ufficiale cambia e si propone di far scomparire le borgate, dando a tutte loro la dignità di quartiere, la periferia continua a mutare, a mescolarsi, a trovare soluzioni. Lo fa tramite le tante associazioni culturali, piccole, medie e anche piccolissime, che si occupano coraggiosamente di gettare ponti: la cultura – che può essere sport, intrattenimento, musica o teatro – fa da passaggio franco spalancando le porte di una periferia che diventa sempre più centrale, soprattutto nei mesi estivi.
L’Estate Romana, il tradizionale appuntamento estivo promosso dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, non a caso ha previsto una parte interamente dedicata ai quartieri non centrali con la realizzazione di eventi culturali di spettacolo dal vivo anche nelle zone più a margine della città, valorizzando così il patrimonio culturale immateriale delle periferie di Roma.
Parlare di periferia a Roma significa parlare di realtà stratificate e diverse fra loro: sono circa 100.000 i romani che vivono all’interno delle Mura Aureliane, a fronte di 2,9 milioni di residenti. La maggior parte di essi vive appunto in periferia, lontano dal centro storico, in contesti diversissimi fra loro. Torniamo all’assunto principale: le periferie a Roma sono così specifiche da essere microcittà e c’è chi ha contato addirittura sette diverse città all’interno della Capitale (il progetto #mapparoma, che ha realizzato anche un’interessante ricerca che confronta le attività culturali romane in centro e in periferia).
La periferia nord-ovest di Roma è una di quelle in cui hanno sempre scarseggiato i luoghi di aggregazione organizzata: in quest’estate 2024 festeggia la nascita, in via Casal del Marmo, di un nuovo spazio polivalente per attività socio-culturali. Si tratta di una struttura fino a questo momento abbandonata, nei pressi della scuola Neruda: l’obiettivo del Municipio XIV è proprio quello di regalare ai cittadini una vera piazza pubblica, che non hanno mai avuto, dedicata alla cultura e alla musica.
Nei parcheggi della scuola Neruda, collegati fra di loro da un percorso parapedonale, si tiene a fine agosto il Couscous Unplugged, evento di inclusione e cultura organizzato dell’associazione Spaghetti Art e vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Estate Romana 2023-2024” di Roma Capitale, dedicato alle nuove generazioni che anima la periferia Nord Ovest di Roma.
Dal 28 al 31 agosto fra Ottavia, Palmarola e Casal del Marmo il Couscous Unplugged propone ai residenti (e non solo) 4 giorni di musica, talk e laboratori gratuiti: sul palco allestito nel parcheggio della scuola si alterneranno anche grandi nomi della scena rap nazionale e locale insieme ad esordienti assoluti.
“Abbiamo scommesso sulla cultura e sull’inclusione giovanile. Due ingredienti con cui stiamo scrivendo un pezzo di futuro nei quartieri periferici di Roma nord-ovest mettendo al centro il territorio e i ragazzi e le ragazze che lo abitano. Nasce così Cous Cous: il festival giovanile più suggestivo della Città“, dichiara il Presidente del Municipio XIV Marco Della Porta.
La forza del format è proprio quella di lasciare spazio ai ragazzi del posto, che potranno liberamente salire sul palco e proporre la loro musica: fra di loro verrà selezionato anche un vincitore che verrà sostenuto da Spaghetti Unplugged con la produzione, distribuzione e promozione di un singolo musicale. Perché è proprio nelle periferie, di Roma e del mondo, che la musica trova materia e benzina per diventare pane quotidiano e soprattutto dove può assurgere al ruolo di linguaggio universale, interculturale, che le spetta.
(Foto: Fulcro Lucem)