(Teleborsa) – Il settore delle macchine e attrezzature per la produzione industriale sta attraversando una crisi strutturale senza precedenti che dura ormai da 15 anni, con segnali chiari di un rallentamento che va oltre la semplice congiuntura economica. Il crollo della domanda, la contrazione degli investimenti e il deterioramento della fiducia nel futuro delineano uno scenario di stallo, che rischia di compromettere la competitività dell’intera filiera. E’ quanto emerge dai dati elaborati da Format Research per l’Osservatorio economico ASCOMUT, relativi all’ultimo trimestre 2024 ed alle prospettive 2025.
Le imprese industriali, ovvero i principali utilizzatori di macchine utensili, stanno affrontando un momento di forte incertezza e questo ha “drasticamente ridotto” gli investimenti in nuovi macchinari, riportando il settore ai livelli del 2008. IN più, il ritardato avvio di Transizione 5.0 ha avuto un impatto rilevante: l’assenza di incentivi concreti ha bloccato i piani di rinnovamento tecnologico, inducendo molte imprese a ridurre la capacità produttiva anziché rilanciarla. In questo contesto, i costi operativi (soprattutto quelli legati alla logistica e all’energia) continuano a pesare su un settore che fatica a trovare margini di crescita.
Le imprese della distribuzione, cioè quelle che commercializzano macchine utensili e utensili industriali, vivono una crisi parallela, con relativo calo del fatturato ed allungamento dei tempi di pagamento, che va amplificando le tensioni finanziarie lungo la filiera. Il livello degli ordini è in continua flessione, mentre l’accesso al credito si fa più complesso. Di fronte a una domanda incerta, molte aziende distributrici stanno rivedendo la propria strategia, con un’attenzione crescente verso l’innovazione tecnologica e le soluzioni digitali per differenziare l’offerta.
“E’ necessario andare oltre la fotografia attuale: al netto delle persistenti incertezze e sollecitazioni, a preoccupare gli operatori è l’assenza di una visione industriale a lungo termine”, denuncia il Presidente di ASCOMUT, Andrea Bianchi, aggiungendo “l’inverno che il manifatturiero sta attraversando potrà essere lasciato alle spalle solo grazie ad azioni strutturate in grado di invertire una tendenza con il segno meno per quanto riguarda la competitività, l’innovazione e l’upgrade dei macchinari”.
“Ridare prospettive alle aziende significa, ad esempio, rivitalizzare aree e distretti di eccellenza, essere ‘appetibili’ per le nuove generazioni e innescare processi virtuosi generatori di innovazione. In altre parole significa contribuire a promuovere il sistema Paese”, conclude Bianchi.