(Teleborsa) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con l’economista ed ex Presidente BCE Mario Draghi, che è stato invitato a Palazzo Chigi nei prossimi giorni. L’invito è stato rivolto dal capo del governo per un confronto sul rapporto sulla competitività presentato nei giorni scorsi da Draghi assieme alla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
Il Piano presentato da Draghi nei giorni scorsi fa appello agli investimenti per la competitività e sollecita il lancio di due Piani Marshall per ridurre io gap con USA e Cina, altrimenti l’Europa sarebbe condannata ad una “lenta agonia”. Il rapporto chiama in causa il debito comune (eurobond) e l’abolizione dei veti degli Stati membri, sollecitando investimenti per almeno 800 miliardi di euro pari aa 4,7 punti di PIL da indirizzare a industria, innovazione, difesa e transizione green.
Draghi parla anche di riforme e sollecita soprattutto il completamento dell’unione bancaria e del mercato die capitali, per approntare i capitali necessari agli investimenti necessari in UE, in aggiunta al debito comune privo di rischio, come fatto per finanziare il Recovery Plan.
Una proposta quest’ultima che ha trovato l’immediato stop dei falchi tedeschi. “Il prestito congiunto dell’Ue non risolverà alcun problema strutturale: alle imprese non mancano le sovvenzioni”, ha replicato il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner, commentando il Rapporto Draghi e ricordando che le imprese europee “sono incatenate dalla burocrazia e da un’economia pianificata” ed il problema principale è che hanno “difficoltà ad accedere al capitale privato”. “Più debito pubblico costa interessi, ma non crea necessariamente più crescita”, ha concluso lapidario il ministro tedesco.
Se l’accoglienza dell’Ue è stata complicata, lo stesso si può dire per l’Italia. Anche la compagine di governo non appare compatta sul piano Draghi. Se Forza Italia ha accolto positivamente il report, che va nella direzione auspicata dal fondatore Silvio Berlusconi, la Lega si dice “non convinta più di tanto” dalla relazione Draghi, da cui si attendeva “un po’ più di coraggio, anche sul tema energetico”. Diversificata la posizione degli esponenti di Fratelli d’Italia, fra chi parla di un tono troppo discreto o “polite” all’inglese e chi, come il capo delegazione Carlo Fidanza ritiene che la relazione abbia “riportato tutti sul pianeta Terra, a partire dai marziani della decrescita felice europea”. Dura la posizione della sinistra e dei Cinquestrelle, che vedono nella relazione Draghi un attacco al neoliberismo europeo e dunque a Draghi stesso.