(Teleborsa) – Leggero segno negativo a maggio per il mercato europeo, -2,6%, con 1.092.901 immatricolazioni verso le 1.122.214 dello stesso periodo 2023. Nei primi 5 mesi si evidenzia un incremento del 4,6%, con 5.569.024 unità e un saldo di 245.000 auto in più rispetto alle 5.324.124 di gennaio – maggio 2023. Gli andamenti dei cinque Major Market sono molto diversificati e vedono in crescita la Spagna con +3,4% e il Regno Unito con +1,7%, in flessione invece la Francia (-2,9%), la Germania (-4,3%) e l’Italia (-6,6%). Considerando invece i primi cinque mesi, i dati sono in crescita per tutti: il Regno Unito è in testa con +7,1%, seguito da Spagna (+6,8%), Germania (+5,2%), Francia (+4,9%) e Italia (+3,4%). In termini di volumi, l’Italia occupa il quarto posto tra i cinque Major Market sia nel mese di maggio che nei cinque mesi.
L’Italia resta poi fanalino di coda come penetrazione delle auto “con la spina” (ECV); con una quota di mercato del 6,9% (BEV 3,6% e PHEV 3,3%), benché in leggero recupero rispetto al 5,6% di aprile, il divario con gli altri quattro mercati rimane notevole: nel Regno Unito le ECV sono al 25,6% (BEV 17,6% e PHEV 8,0%); in Francia al 24,1% (BEV 16,9% e PHEV 7,2%); in Germania al 18,5% (BEV 12,6% e PHEV 5,9%); in Spagna al 9,6% (BEV 4,6% e PHEV 5,0%).
Nel mercato europeo totale la quota media delle ECV è pari al 20,6%, con le BEV al 13,9% (-1,3 p.p.) e le PHEV al 6,7% (-0,6 p.p.).
Anche nei primi cinque mesi l’Italia figura ultima tra i cinque maggiori mercati europei con una quota di vetture ECV al 6,1%, (BEV al 2,9% e PHEV al 3,2%), di gran lunga superata dagli altri paesi: Francia con ECV al 25,7% (BEV 17,6% e PHEV 8,1%), Regno Unito con ECV al 23,9% (BEV 16,1% e PHEV 7,8%), Germania con ECV al 18,3% (BEV 12,0% e PHEV 6,3%) e Spagna con ECV al 10,4% (BEV 4,5% e PHEV 5,9%). Nel mercato europeo totale dei cinque mesi, le ECV hanno il 20,6% di share, con le BEV al 13,4% (-0,3 p.p.) e le PHEV al 7,2% (in linea con gennaio-maggio 2023).
“In Italia veniamo da una lunga campagna elettorale che ha visto spesso al centro i temi del settore automotive, con la difesa delle alimentazioni tradizionali a scapito di quelle di ultima generazione come l’elettrico” – dichiara il Direttore Generale dell’UNRAE Andrea Cardinali, che prosegue così: “In Europa, all’indomani del voto sono fiorite dichiarazioni, da parte di esponenti dei partiti premiati dalle urne, riguardo alla necessità di rivedere il Green Deal. L’UNRAE auspica che si faccia chiarezza il più presto possibile sulle politiche ambientali della UE, che condizionano pesantemente le strategie industriali e gli investimenti delle Case auto: operatori e clienti hanno oggi più che mai bisogno di certezze, per potersi orientare in una transizione estremamente complessa”.
“La lunga attesa tra i primi annunci dei nuovi incentivi e la pubblicazione del DPCM che li ha resi operativi – continua Cardinali – ha paralizzato il mercato delle auto BEV e PHEV. Con l’apertura della piattaforma per le prenotazioni sono andati esauriti in poche ore i poco più di 200 milioni del fondo dedicato, assorbiti dalle richieste insoddisfatte nei mesi precedenti, lasciando migliaia di acquirenti nell’impossibilità di acquistare l’auto che desideravano”.
Cardinali aggiunge: “Gli operatori hanno anche dovuto fronteggiare serie difficoltà con le campagne di comunicazione predisposte all’uopo, che non hanno potuto essere utilizzate fino al 25 maggio perché gli incentivi non erano ancora in vigore, ma nemmeno dopo il click day del 3 giugno perché i fondi erano già esauriti. Impegni considerevoli, nell’ordine dei milioni di euro, sprecati o non usati in modo efficiente. Ci auguriamo ora che i 240 milioni residui per gli incentivi, comprensivi dei 178 che avrebbero dovuto essere resi disponibili già da subito, vengano prontamente stanziati con un nuovo DPCM, andando a rifinanziare le dotazioni per la fascia 0-20 g/Km di CO2, palesemente insufficienti per soddisfare la domanda.”
“Inoltre – conclude Cardinali – per favorire la transizione energetica, ribadiamo l’auspicio che venga presto indicata una strategia chiara, con un orizzonte di almeno 2-3 anni, in tema di incentivi e supporti alla transizione, per consentire a consumatori e imprese di programmare gli acquisti ed evitare che nuovi stop & go creino ulteriori danni al mercato.”
L’UNRAE ribadisce, inoltre, la necessità di intervenire sul regime fiscale delle auto aziendali, fermo agli anni ’90, che penalizza le imprese italiane nel confronto con le concorrenti europee, agendo su detraibilità IVA e deducibilità dei costi in funzione delle emissioni di CO2, e riducendo il periodo di ammortamento a 3 anni.
Per le infrastrutture di ricarica private è stato pubblicato dal MIMIT, pochi giorni fa, il decreto che definisce le procedure per la concessione e l’erogazione dei 20 milioni di Euro destinati ai contributi per l’acquisto e l’installazione di infrastrutture di potenza standard per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica effettuati da utenti domestici, privati e condomìni per l’anno 2024. Si attende ora la comunicazione, da parte dello stesso Ministero, delle date di avvio per la prenotazione dei contributi.
Infine, UNRAE precisa che sono stati recentemente pubblicati dal MASE i decreti sui nuovi criteri e le modalità per la realizzazione di infrastrutture di ricarica veloce in aree urbane ed extra-urbane, ma che la misura non è ancora operativa perché si attende la pubblicazione dei bandi per la presentazione dei progetti.
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