(Teleborsa) – “Nel primo semestre di quest’anno l’azionario statunitense ha realizzato performance eccezionali, con l’Indice S&P 500 in su del 15,3%, dal momento che robusti risultati sul fronte degli utili e stimoli di bilancio hanno continuato a compensare l’impatto di tassi d’interesse elevati. Eppure i dati headline sulle performance, favoriti dal ritorno in scena delle azioni mega-cap e, nello specifico, delle società leader nel settore dei semiconduttori, mascherano i recenti segnali di un deterioramento sotto la superficie”. È quanto è emerso dall’analisi di Scott Glasser, Chief Investment Officer di ClearBridge Investments United States, parte del gruppo Franklin Templeton.
“Il numero di titoli azionari parte nel NYSE che toccano nuovi massimi ha raggiunto il suo picco due mesi fa – ha sottolineato l’analista–. Da allora abbiamo assistito a un restringimento della partecipazione in tutti i settori dal momento che i titoli small-cap e mid-cap hanno fatto fatica a trovare una direzione chiara. Nel secondo trimestre, sebbene l’Indice S&P 500 sia salito del 4,3%, 6 settori sugli 11 previsti dal GICS (Global Industry Classification Standard) hanno perso terreno in termini assoluti, compresi comparti come materiali, industria, energia e servizi finanziari da noi reputati barometri dell’attività economica. Dato il potente rally rispetto ai minimi di ottobre 2023, a cui si aggiungono le attuali sacche di debolezza dell’economia, un periodo di assimilazione o perfino una lieve correzione del mercato rappresenterebbe a nostro giudizio uno sviluppo positivo nel lungo periodo”.
“Tra inizio anno e oggi le previsioni sugli utili si sono rivelate abbastanza corrette, con relativamente poche revisioni al ribasso. La stima di consensus per l’anno è quella di una crescita degli utili delle società parte dell’S&P 500 del 10-11% – ha poi evidenziato –. Eppure, per la prima volta da quando la Federal Reserve (Fed) ha cominciato a incrementare i tassi, stiamo iniziando ad assistere ai primi segnali significativi di un indebolimento dell’economia. Sia il deterioramento dei dati su occupazione e produzione manifatturiera che altri trend legati alla spesa al consumo fanno presagire un rallentamento. Pur ritenendo che lo slancio dell’economia proseguirà per tutto il 2024, in parte grazie alle misure di spesa pubblica in vista delle elezioni, ci attendiamo una consistente revisione al ribasso delle stime di crescita per il 2025. L’attuale pronostico è quello di una crescita degli utili delle aziende dell’S&P 500 nel 2025 pari al 14%; a nostro avviso, però, è più probabile un incremento del 4-6%1. Inoltre, fatto importante, per il prossimo anno prevediamo ancora una crescita economica positiva”.
“Nell’arco dei prossimi 3-6 mesi, a nostro parere, il mercato guarderà con sempre maggior preoccupazione agli utili delle imprese; ma, in ultima analisi, l’economia si espanderà, e le aspettative si adegueranno, specialmente alla luce della probabile riduzione dei tassi a breve termine”, conclude Glasser.