(Teleborsa) – A a luglio 2024 sono state immatricolate 124.806 autovetture a fronte delle 119.247 iscrizioni registrate nello stesso mese dell’anno precedente, pari ad un aumento del 4,66%. I trasferimenti di proprietà sono stati 480.488 a fronte di 498.970 passaggi registrati a luglio 2023, con una diminuzione del 3,70%. Il volume globale delle vendite mensili, pari a 605.294, ha interessato per il 20,62% vetture nuove e per il 79,38% vetture usate. Questi i dati sul mercato dell’auto comunicati dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
“Dopo l’incremento a doppia cifra di giugno (+15%), a luglio 2024 il mercato auto italiano rallenta la crescita (+4,7%) nonostante due giorni lavorativi in più rispetto a luglio 2023 (23 giorni contro 21) – afferma Roberto Vavassori, presidente di ANFIA –. Nel
confronto con gennaio-luglio 2019, i volumi dei primi sette mesi dell’anno in corso risultano ancora molto al di sotto dei livelli pre-pandemia (-18,3%). Del resto, il buon risultato di giugno, in buona parte determinato dagli incentivi del nuovo ecobonus per le vetture a zero e a basse emissioni locali, era difficilmente replicabile. Secondo i dati del MIMIT, la piattaforma ecobonus, accessibile dal giorno
3/06, ha raccolto oltre 25mila prenotazioni nella fascia emissiva 0-20 g/km di CO 2 – che si sono poi tradotte in circa 13mila immatricolazioni di auto BEV fino al 30/06 – facendo esaurire in poche ore i fondi allocati per questa fascia. Si evidenzia, infatti, che la
quota di mercato delle auto elettriche, salita all’8,4% a giugno, nel mese di luglio è del 3,4%”.
Analizzando nel dettaglio le immatricolazioni per alimentazione, le autovetture a benzina vedono il mercato di luglio in aumento del 3,7%, con quota di mercato al 28,7%, mentre le diesel calano del 26,4%, con quota al 12,8%. Nel cumulato dei primi sette mesi del 2024, le immatricolazioni di auto a benzina aumentano del 12,9% e quelle delle auto diesel calano del 21%, rispettivamente con quote di mercato del 30,3% e del 14,3%. Le auto ad alimentazione alternativa rappresentano, nel solo mese di luglio, il 58,6% del
mercato, con volumi in crescita del 14,9% rispetto a quelli di luglio 2023; nel cumulato crescono del 10,5% con una quota del 55,5%. Tra queste, le autovetture elettrificate rappresentano il 47,1% del mercato di luglio e il 46% del cumulato, in aumento del 13,7%
nel mese e del 10,9% nei sette mesi. Nel dettaglio, le ibride non ricaricabili incrementano del 17,4% nel mese con una quota
del 39,9%; nel cumulato crescono del 15,8% con una quota del 38,9%. Le immatricolazioni di autovetture ricaricabili (BEV e PHEV) decrementano del 2,9% a luglio e rappresentano il 7,2% del mercato del mese (a luglio 2023 la quota era del 7,8%); nel cumulato calano del 10% e hanno una quota del 7,2% (in calo di 1,2 punti percentuali rispetto ai primi sette mesi del 2023). Le auto elettriche (BEV) hanno una quota del 3,4% nel mese e del 3,9% nel cumulato. Le vendite di questo segmento aumentano del 4,2% a luglio proseguendo il trend positivo inaugurato a giugno, con l’inversione di tendenza rispetto ai primi 5 mesi dell’anno. Nel cumulato l’incremento delle vendite è del 6,6%. Le ibride plug-in calano dell’8,4% a luglio e anche nel cumulato hanno segno negativo (-23,9%), rappresentando il 3,8% delle
immatricolazioni del mese e il 3,3% del totale da inizio anno. Infine, le autovetture a gas rappresentano l’11,4% dell’immatricolato di luglio, quasi interamente composto da autovetture GPL (+21,3% nel mese). Marginale la quota delle autovetture a metano (0,01%), che, nel mese, calano dell’88,6%. Nel cumulato, le alimentate a metano aumentano del 7% e le GPL crescono del 9%; insieme, nei sette
mesi, le due alimentazioni costituiscono il 9,4% del mercato (di cui solo lo 0,1% è metano).
“Lo scenario economico attuale, caratterizzato da un previsto rallentamento dei consumi delle famiglie nella seconda metà del 2024, porta a una revisione leggermente al ribasso delle stime per l’intero anno, pur con un andamento delle immatricolazioni di autovetture degli ultimi mesi in linea con le attese” rileva l’Unrae che per il 2024 prevede 1.620.000 auto immatricolate, in crescita del 3,4%, ma ancora -15% rispetto all’anno 2019. “Dopo l’accelerazione del mese di giugno, dove le vetture elettriche pure (BEV) hanno raggiunto l’8,3% del mercato totale, il mese di luglio – sottolinea l’Unrae – ha visto una significativa contrazione, con il ritorno su una quota stagnante del 3,4%. Le auto plug-in hybrid (PHEV), seppur in leggero recupero sul mese precedente, si fermano al 3,9% di quota: nel complesso le ECV rappresentano solo il 7,3% del mercato. Questo risultato è la chiara dimostrazione del fatto che gli attuali incentivi, così impostati, non sono assolutamente sufficienti a sostenere la crescita in modo strategico e duraturo finalizzato alla transizione”.
In vista del Tavolo Automotive convocato dal MIMIT per il prossimo 7 agosto l’Unrae, in rappresentanza dei Costruttori esteri, ribadisce le richieste – in tema di incentivazione alla domanda – necessarie a sostenere il percorso di transizione energetica: Disponibilità dei 240 milioni di fondi che rappresentano il residuo della dotazione degli incentivi per l’anno 2024, al fine di ridurre il gap con i mercati più evoluti. Recupero dei 250 milioni di euro (del miliardo del 2025) prelevati dal DL Coesione. Definizione di un piano strategico triennale per il 2025-2027. Eliminazione del price cap per le auto della fascia 0-20 g/Km di CO2 o, quantomeno, la sua equiparazione a quello della fascia 21-60 g/Km. “Abbiamo le idee chiare e siamo pronti a confrontarci in modo costruttivo con il MIMIT – afferma il presidente dell’Unrae, Michele Crisci – portando proposte puntuali per garantire al nostro Paese un percorso strategico e strutturato di transizione. Serve chiarezza e stabilità per consentire ai Costruttori di programmare gli investimenti e ai consumatori di prendere le loro decisioni di acquisto. Data l’insufficienza evidente dello stanziamento per la fascia 0-20 g/Km, come prima cosa ci aspettiamo che i 240 milioni di fondi residui già stanziati per gli incentivi, possano prontamente essere resi disponibili dal Governo. Inoltre – continua Crisci – chiediamo che vengano recuperati i 250 milioni di euro previsti per il 2025 e ad oggi prelevati dal DL Coesione”.
“Un fattore fondamentale e abilitante per la transizione energetica – sottolinea l’Unrae – è la revisione del trattamento fiscale delle auto aziendali, con particolare riferimento alla detraibilità dell’IVA e alla deducibilità dei costi, da parametrare alle emissioni di CO2, oltre alla riduzione del periodo di ammortamento a 3 anni, percorso potenzialmente realizzabile attraverso i decreti attuativi della Delega Fiscale, ma che UNRAE riproporrà anche al Tavolo Automotive”. “Un intervento in tal senso – conclude Crisci – consentirebbe di rilanciare la competitività delle nostre imprese e di accelerare il rinnovo del parco circolante, contribuendo significativamente alla sicurezza stradale e alla sostenibilità ambientale, grazie al più rapido ricambio dei veicoli aziendali”.
Per l’Unrae il Tavolo Automotive del 7 agosto prossimo “sarà anche l’occasione per sollecitare ulteriori semplificazioni e agevolazioni delle procedure relative alla realizzazione delle infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici e di rifornimento per quelli a idrogeno, per un più rapido e capillare sviluppo in tutto il territorio nazionale”.
“Mercato complessivamente positivo sull’onda degli incentivi statali operativi dagli inizi di giugno anche se con un tasso di crescita più contenuto rispetto al mese precedente, con l’elettrico in sostanziale parità e plug-in sempre in arretramento – dichiara Massimo Artusi, il presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto –. Purtroppo, l’Ecobonus, anche nella versione recentemente rimodulata, non è in grado di spingere stabilmente le alimentazioni a bassissime emissioni e influire sul rinnovo del parco circolante più vetusto, con il risultato che dopo l’esaurimento flash delle risorse sulla fascia 0-20 g/km di CO2, gli ordini sono tornati in evidente affanno. Senza gli adeguati stimoli, questa tipologia di propulsori fatica ad affermarsi su larga scala sul nostro mercato e la debolezza del mercato dell’elettrico è acclarata anche a livello globale con una domanda inferiore alle previsioni che ha indotto molte Case automobilistiche a ritoccare i propri volumi produttivi. La prossima settimana – continua Artusi – è in programma il Tavolo Automotive convocato dal Ministro Adolfo Urso dopo quello tenutosi a febbraio scorso. Sarà l’occasione per esprimere la nostra posizione sul contesto generale delle politiche sulla transizione, sui risultati delle attuali politiche governative per l’automotive e sull’approccio che il Governo deve portare avanti per il prossimo futuro, sia a livello nazionale che europeo, per sostenere imprese e cittadini, nell’ambito della transizione. Non mancheremo di ribadire la centralità dei concessionari per il buon funzionamento del mercato in termini di concorrenza e sicurezza e il peso in termini occupazionali e contributivi che garantiamo. Per facilitare e velocizzare lo svecchiamento del parco circolante prescindendo dalla tecnologia di propulsione e imprimere una crescita costante ai veicoli elettrificati BEV e PHEV, anche considerando il divieto europeo alla vendita di veicoli endotermici dal 2035, ribadiamo la priorità nonché l’opportunità, nell’ambito dei lavori della legge delega sulla riforma fiscale, di rivedere la tassazione che grava sull’auto aziendale: l’unica leva in grado di garantire continuità, certezza e sviluppo delle nuove alimentazioni secondo una strategia di medio-lungo periodo. Mentre, in ambito europeo – conclude Artusi – dopo l’insediamento della nuova Commissione europea, l’auspicio è che si possa ridiscutere tempi e contenuti del Green Deal Automotive. Le dichiarazioni preliminari sulle politiche di decarbonizzazione, da parte della neo rieletta Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, infatti, sono state piuttosto sintetiche e deludenti”.