(Teleborsa) – Il Fondo Monetario Internazionale nella dichiarazione conclusiva sulla missione 2024 sui Paesi dell’Eurozona ha fatto notare che “un mercato dei capitali integrato trarrebbe vantaggio dal rafforzamento della capacità dell’Esma di coordinarsi tra le autorità nazionali e da una maggiore armonizzazione della supervisione” e “da iniziative ambiziose degli Stati membri per promuovere la convergenza dei mercati finanziari. Comprese quelle volte a rafforzare gli strumenti di gestione della crisi e a introdurre un’assicurazione europea sui depositi – e si dovrebbe dare priorità alla ratifica del trattato Mes per rendere operativo il backstop per il Fondo di risoluzione unico“.
Fonti del Mes hanno fatto sapere che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha lamentato al consiglio dei governatori del Mes il trattamento ricevuto dall’Italia che da Paese fondatore Ue è stata estromessa da decisioni importanti sul futuro dell’Unione. Giorgetti ha stigmatizzato la “conventio ad escludendum assolutamente sbagliata” e l’ “atteggiamento pregiudizievole verso il nostro Paese”. Giorgetti ha apprezzato la relazione di Pierre Gramegna, Direttore del Meccanismo europeo di stabilità, e ha accolto favorevolmente la disponibilità ad allargare gli orizzonti del Mes, ma ha segnalato che in Parlamento non c’è una maggioranza per la ratifica del trattato.
“Rispetto i punti di vista dei diversi paesi sul Mes”, ha dichiarato il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe arrivando alla riunione a Lussemburgo. Oggi “abbiamo sentito un’eccellente relazione che ha delineato le diverse opzioni per lo sviluppo in futuro del Mes, ma per poter passare a discutere del futuro è vitale che si rispettino gli impegni reciproci. E sembra il punto critico sia in un Paese”, ha aggiunto, “è una perdita collettiva“. Se un paese non lo vuole “altri potrebbero voler accedere”, ha poi sottolineato Donohoe chiarendo di aver “un rapporto eccellente con il ministro Giorgetti”. “La ratifica del trattato da parte di tutti è un’importante priorità”, ha aggiunto.
Il rapporto del FMI ha riportato che “per il 2024 è prevista una modesta ripresa della crescita, che si rafforzerà ulteriormente nel 2025, ma le prospettive a medio termine restano difficili”. “La crescita dell’area dell’euro sta riprendendo, anche se da un tasso basso”, ha fatto notare, “nel 2024, l’aumento dei salari reali e una certa riduzione dei risparmi delle famiglie dovrebbero contribuire a una ripresa trainata dai consumi. Nel 2025, l’allentamento delle condizioni di finanziamento dovrebbe sostenere la ripresa degli investimenti, mentre la crescita dell’occupazione e dei salari nominali continuerà a sostenere i consumi”.
“Nel medio termine, tuttavia, la crescita dovrebbe essere frenata dall’invecchiamento della popolazione e dalla bassa crescita della produttività – ha aggiunto l’istituto –. L’inflazione dovrebbe tornare all’obiettivo nella seconda metà del 2025″. “I rischi per la crescita sono al ribasso, mentre per l’inflazione sono a due facce – ha rilevato il FMI –. Il passato inasprimento della politica monetaria potrebbe frenare la produzione più del previsto. La crescita può diminuire anche a causa di sviluppi esterni negativi, come l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche e/o l’indebolimento della domanda globale. Inoltre, la crescita dei consumi potrebbe non riprendere come previsto se i mercati del lavoro si raffreddano, danneggiando il sentimento dei consumatori. Questi fattori potrebbero anche trascinare l’inflazione al di sotto della soglia di riferimento”.