(Teleborsa) – “Bisogna limitare il fenomeno” dei subappalti a cascata “che è a vantaggio solo di chi sta in testa alla catena degli appalti e viene pagato dai lavoratori, dai piccoli imprenditori e dalla stessa stazione appaltante. Quanto più se ne fa un uso solo quando è giustificato, tanto meglio è”. Lo ha detto il presidente dell’Autorità anticorruzione, Giuseppe Busia, nel corso di un’audizione alla Commissione Ambiente della Camera, sulle risoluzioni al decreto correttivo sul codice dei contratti pubblici. Sul subappalto a cascata, ha riferito, “si può lavorare sia sulle motivazioni sia sui controlli nel momento in cui si va oltre il secondo livello prevedendo, per esempio, che dopo il secondo livello non si possa agire se non c’è l’autorizzazione della stazione appaltante e che non si possa agire se tutte le verifiche non sono state fatte
Sarebbe meglio lavorare sui tempi dei pagamenti alle imprese, che sono un problema vero per l’Italia, e non comprimere i tempi della verifica che i lavori siano fatti bene”, ha detto ancora Busia. “Lì meglio metterci più tempo e invece aiutare le piccole e medie imprese ad accedere al mercato” ha aggiunto.
“I due elementi qualificanti del nuovo codice sono digitalizzazioni e qualificazione delle stazioni appaltanti e degli operatori economici attraverso i rating reputazionali. Sono due delle principali novità che il nuovo codice ha introdotto e che vanno mantenute e semmai rafforzate. Non facciamo passi indietro su questo”. Sono misure, ha aggiunto, “che garantiscono e risolvono in concreto molti degli altri problemi che eventualmente sorgono”.
“Garantire un sistema di appalti pubblici più equo, trasparente e accessibile alle micro e piccole imprese, tutelando la qualità delle opere e scongiurando pratiche sleali”. È quanto hanno chiesto Confartigianato Imprese e CNA nel corso di un’audizione alla Commissione Ambiente della Camera sulle risoluzioni al decreto correttivo del Codice dei contratti pubblici. “Le risoluzioni – a giudizio di Confartigianato e Cna – rappresentano un’opportunità per introdurre correttivi necessari a migliorare l’efficacia del Codice e la trasparenza degli appalti”. In particolare, le Confederazioni “hanno ribadito la necessità di una revisione automatica dei prezzi anche per le imprese subappaltatrici, per assicurare equità e prevenire illeciti arricchimenti”. Inoltre sostengono “la necessità di limitare il subappalto a cascata a un solo livello, per evitare pratiche di concorrenza sleale e garantire la qualità delle prestazioni”.
Negli appalti pubblici “positivo è il ritorno dell’istituto della revisione prezzi, presente in tutte le migliori legislazioni europee e internazionali, la cui assenza, invero, ha determinato il rischio di un vero e proprio blocco del settore” ma servono chiarimenti sulla soglia di attivazione del 5%. Lo ha detto al presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, nel corso di un’audizione alla Commissione Ambiente della Camera, sulle risoluzioni al decreto correttivo sul codice dei contratti pubblici. Il meccanismo, ha ricordato Brancaccio, “si attiva al verificarsi di una variazione del costo dell’opera, in aumento o in diminuzione, superiore al 5% dell’importo complessivo, operando nella misura dell’80 per cento della variazione stessa” ma “affinché lo stesso sia realmente efficace, occorre chiarire che il 5% costituisce unicamente la soglia di attivazione del meccanismo revisionale, mentre l’80% da liquidare va calcolato rispetto all’intera variazione intervenuta, e non solo alla parte eccedente il 5%”.
Il nuovo Codice dei contratti pubblici “ha portato diverse innovazioni di grande rilevanza. Tuttavia, a un anno dalla sua applicazione, sono necessarie alcune migliorie che, se apportate nell’ambito di un decreto correttivo al codice, possono avere la capacità di risolvere talune problematiche applicative e perfezionare l’impianto complessivo del codice”. Lo ha affermato Alleanza delle Cooperative nel corso di un’audizione alla Commissione Ambiente della Camera, sulle risoluzioni al decreto correttivo sul codice dei contratti pubblici. “Le risoluzioni presentate dai gruppi parlamentari rappresentano un contributo molto positivo alla discussione” ha sottolineato l’Alleanza delle Cooperative che “ne condivide gran parte dei contenuti, in particolare per quanto riguarda la materia della revisione prezzi e di una maggiore apertura del mercato”. In merito al tema della revisione dei prezzi, l’Alleanza delle Cooperative “propone un abbassamento e in ogni caso che si chiarisca che la soglia del 5% indicata nella norma non costituisce una franchigia ma una soglia di attivazione della clausola di revisione prezzi prevedendo, inoltre, nel testo del Codice, un’esplicita indicazione, quale causa di attivazione, dell’incremento del corrispettivo legata al costo del lavoro derivante dai rinnovi di tutti i CCNL applicati dall’appaltatore, a tutti i servizi ad alta intensità di manodopera, nonché i contratti relativi ai servizi sociali e di ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica”