(Teleborsa) – L’Ocse ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica per l’Italia. in linea con i tagli effettuati su tutta l’economia globale. l’Organizzazione ha infatti stimato pronostica un+0,7% per il PIL nel 2025 a cui dovrebbe seguire un +0,9% nel 2026. I dati sono contenuti in un aggiornamento di interim dell’Economic Outlook. Si tratta di una revisione, rispettivamente, di 0,2 e 0,3 punti percentuali rispetto alle stime dello scorso dicembre.
“L’Italia è un paese che esporta molto, quindi se c’è più protezionismo commerciale sarà coinvolta”, ha dichiarato il capo economista dell’Ocse, Alvaro Santos Pereira, rispondendo ad una domanda sulle ricadute per Italia ed Europa dai dazi dell’amministrazione Trump durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto. “Finora questi dazi non hanno avuto un grande impattato sull’Italia, all’Ocse non scontiamo al momento dazi supplementari anche se sappiamo che ci sono discussioni su questo e che potrebbero arrivare”.
Al ribasso anche le previsioni sull’inflazione in Italia, portate all’1,7% per l’anno in corso e all’1,9% per il 2026. Nello studio l’Ocse ha sottolineato che l’Italia, assieme alla Spagna, la Turchia e il Brasile, è tra i Paesi in cui gli attuali tassi di disoccupazione risultano particolarmente bassi, rispetto ai livelli del 2018-2019. Ma al tempo stesso a fine 2024 i livelli dei redditi reali nella Penisola non risultavano ancora pienamente tornati ai valori precedenti al Covid, così come per Francia, Giappone e Sudafrica. Anche i livelli dei mercati azionari dell’Italia, così come per Germania e Spagna, restano più elevati rispetto al novembre del 2024.
L’Ocse ha comunque rivisto al ribasso le previsioni sulla crescita economica globale dato un marcato aumento dell’incertezza collegato alle politiche sul commercio e sui dazi che, se dovessero essere mantenuti, “colpirebbero la crescita globale e farebbero aumentare l’inflazione”. Per il 2025 è stata prevista un’espansione dell’economia globale del 3,1%, cui dovrebbe seguire un +3% nel 2026.
Secondo le simulazioni effettuate dall’Organizzazione l’imposizione di dazi commerciali supplementari per un ammontare di 10 punti percentuali su base permanente, provocherebbe sui prossimi tre anni una diminuzione della crescita economica e sottrarrebbe 0,3 punti percentuali al Pil sul terzo anno, facendo contestualmente aumentare l’inflazione su scala globale per 0,4 punti percentuali l’anno in media. Le ricadute sarebbero più accentuate per gli Stati Uniti, con una perdita di crescita economica di 0,7 punti percentuali nel terzo anno e un aumento inflazionistico in media di 0,7 punti percentuali l’anno.
Per l’Ocse, in generale, nuovi dazi commerciali e le conseguenti incertezze opereranno come “un freno” sull’economia, in particolare per commercio internazionale e investimenti delle imprese. Inoltre queste misure finiranno per trasferirsi gradualmente ai prezzi finali dei beni, creando pressioni addizionali sull’inflazione in molti paesi e eventualmente richiedendo alle banche centrali di mantenere politiche monetarie restrittive più a lungo di quanto precedentemente previsto.
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