(Teleborsa) – “Le misure introdotte sulle cripto-attività dal decreto-legge approvato oggi dal Consiglio dei ministri sono necessarie per regolare adeguatamente questo mercato. Le iniziative, che introducono pene più severe per chi viola le regole, sono in linea con le normative europee e rappresentano un passo importante verso una maggiore sicurezza e trasparenza nel settore. La supervisione affidata a Consob e Banca d’Italia garantirà un controllo più rigoroso”. Lo afferma, Giacomo Vella, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano commentando la stretta sulle criptovalute decisa oggi in Consiglio dei Ministri.
“Il decreto – spiega Vella – si inserisce nel percorso di adeguamento al Regolamento (UE) 2023/1114 relativo ai mercati delle cripto-attività (MiCAR) e al Regolamento (UE) 2023/1113 riguardante i dati informativi che accompagnano i trasferimenti di fondi e determinate cripto-attività (TFR). Il MiCAR e il TFR introducono un quadro normativo armonizzato per gli emittenti di cripto-attività e i fornitori di servizi correlati nell’Unione Europea. Recentemente, anche l’EBA ha pubblicato le linee guida e le bozze finali di standard tecnici di regolamentazione (RTS) specificando le riserve e la liquidità necessaria per emettere EMT e ART, in conformità con il MiCAR”.
La creazione e adozione di queste norme è sempre più rilevante considerando l’interesse significativo da parte degli italiani nei confronti dei cripto-asset. Da una ricerca dell’Osservatorio Blockchain & Web3, svolta in collaborazione con BVA Doxa, emerge che sono oltre 3,6 milioni gli italiani che possiedono attualmente criptovalute o token. Un elemento fondamentale di questo mercato è rappresentato dagli attori che permettono di entrare in possesso dei cripto-asset, sia chi li emette sia chi si occupa della loro compravendita. Questi attori possono essere nativi del mondo cripto, come gli exchange, ma sempre più spesso includono anche attori della finanza tradizionale, come le banche. Un terzo dei possessori di cripto-asset (32%) li ha acquistati tramite un exchange di criptovalute, il 17% tramite un servizio di wallet con acquisto diretto. Il 38% degli italiani preferisce invece esporsi finanziariamente a questi strumenti solo in modo indiretto, attraverso servizi di trading tradizionali e app bancarie. “Questi dati – conclude Vella – sottolineano l’importanza di regolamentare il mercato delle cripto-attività, garantendo sicurezza e fiducia per i milioni di italiani coinvolti”.