(Teleborsa) – La maggioranza centrista del Parlamento europeo che sostiene la Presidente Ursula von der Leyen – Ppe, Socialisti, Renew e Verdi – si è opposta alla proposta di Budget presentata dalla Commissione europea per il settennato 2028-2024 e minaccia di bocciare la proposta alla prossima votazione che si terrà il 12 novembre.
Lo annunciano le forze politiche che sostengono l’esecutivo comunitario in una lettera inviata alla Presidente von der Leyen, spiegando che non possono accettare una proposta di Budget che si basa sui piani nazionali, i cosiddetti National and Regional Partnership Plans. In base a questa proposta avanzata dalla Commissione europea, infatti, le risorse del bilancio, che ammonta a complessivi 1.800 miliardi di euro, sarebbero ripartite in base a piani stilati dai singoli Stati, sul modello dei PNRR, senza tener conto dei meccanismi di coesione e solidarietà interna che sino ad ora hanno guidato la suddivisione del bilancio.
Il modello proposto dalla von der Leyen determinerebbe una “rinazionalizzazione” del bilancio comunitario, essendo sottoposto alle esigenze ed alle richieste dei Ventisette. Ciò metterebbe in crisi l’unione comunitaria, lasciando il bilancio in balia delle scelte nazionali di ogni singolo Stato e determinando di fatto una frammentazione del mercato unico.
Per questo, le forze che sostengono la Commissione chiedono a von der Leyen si modificare “significativamente” la proposta presentata, soprattutto per quanto riguarda la commistione fra le risorse destinare alla politica agricola comune ed i fondi di coesione regionali. Ne conseguirebbe – si afferma – una “sostanziale riduzione” delle risorse destinate a questi settori. Gli europarlamentari chiedono quindi una suddivisione delle principali voci di bilancio europee – la PAC e la Politica di coesione – che seguono diverse regole ed hanno bilanci ad hoc.
“La politica di coesione e la PAC necessitano di una visione moderna, basata su innovazione, competitività, sostenibilità ed efficienza energetica, al fine di rafforzare il mercato unico, promuovere la convergenza e ridurre le disuguaglianze, in linea con la loro essenza fondamentale, basata sul Trattato”, affermano i sottoscrittore della lettera, il leader conservatore del Partito Popolare Europeo Manfred Weber, la socialista Iratxe García, la leader centrista di Renew Europe Valérie Hayer e Bas Eickhout dei Verdi.
L’altro problema concerne le risorse destinate alle politiche regionali, che invece verrebbero decise dagli stati in modo centralizzato, senza tener realmente conto delle esigenze delle regioni.
Nella lettera si chiede anche di “garantire i poteri e il ruolo del Parlamento europeo” che dovrebbe essere coinvolto nell’approvazione e nella modifica dei piani degli Stati membri” e “nel processo decisionale riguardante la programmazione” e dovrebbe mantenere “il pieno ruolo decisionale nel cosiddetto ‘meccanismo di orientamento politico’, progettato per orientare la procedura di bilancio annuale in modo giuridicamente vincolante e chiaro”.
Altro problema concerne la condizionalità ed il rispetto dei valori dell’UE, che devono applicarsi all’intero bilancio europeo, compresi i futuri piani nazionali di Coesione e PAC, e non provocare una duplicare con strumenti paralleli. Anziché creare strumenti che si sovrappongono – si afferma nella lettera – la Commissione dovrebbe essere più attiva e coerente nell’applicazione degli strumenti per lo Stato di diritto e garantire il rispetto della Carta dei diritti fondamentali, delineando disimpegni automatici e sospensione dei fondi in caso di violazioni dello Stato di diritto.

 
									 
					