(Teleborsa) – La RC Auto è sempre più cara e, fra gli aumenti più importanti c’è anche la Capitale, mentre si allarga anche il differenziale del premio fra il Nord ed il Sud dell’Italia. E’ quanto emerge dall’ultimo monitoraggio dell’IVASS sui prezzi dell’assicurazione obbligatoria sulla circolazione automobilistica, che ha sollevato un coro di proteste da parte delle associaizoni dei consumatori.
Aumenti progressivi in tutta Italia
Per i contratti sottoscritti nel mese di maggio 2024, l’indagine rileva che il prezzo medio è stato di 400 euro, in aumento su base annua del +6,8% in termini nominali e del +6% in termini reali. L’aumento segue quello, altrettanto incisivo, del mese di aprile, che ha registrato una crescita nominale annua pari a +7,9%. Per gli assicurati appartenenti a classi di merito superiori alla prima, l’incremento di prezzo è pari all’11%.
Tutte le province italiane registrano incrementi di prezzo, compresi tra il +1,7% di Vibo Valentia e il +10% di Prato e Roma. Si allarga anche il differenziale di premio tra Napoli e Aosta, attestandosi a 264 euro (+8,1%), anche se mantiene una riduzione del 45,1% rispetto allo stesso periodo del 2014.
“Rialzo ingiustificato”, denuncia l’Unione Nazionale Consumatori, aggiungendo che “si tratta di un rincaro lunare, che certo non dipende dall’inflazione, visto che i premi salgono del 6% in termini reali”. “Chiediamo all’Ivass di migliorare il comparatore pubblico Preventivass che, a differenza del precedente, si limita a comparare i preventivi riferiti al solo contratto base RC auto, senza possibilità di aggiungere altre coperture, tipo furto, incendio, eventi atmosferici, rendendo così vano il confronto”, spiega il Presidente di UNC Massimiliano Dona.
“Le tariffe Rc auto continuano a salire nonostante il miglioramento dei conti economici delle imprese assicuratrici e l’aumento della loro redditività, e in due anni i rincari delle polizze hanno determinato una stangata complessiva da +1,5 miliardi di euro in capo agli automobilisti italiani”, sottolinea il Codacons, il quale ricorda che “in poco più di due anni le tariffe RC auto hanno subito un rincaro complessivo del 13,3%”, “incrementi che non appaiono giustificati dall’aumento della incidentalità in Italia, e che cozzano con la situazione economica delle compagnie di assicurazioni per le quali la dotazione patrimoniale si è consolidata, la redditività è migliorata e la liquidità è divenuta più distesa”.
“Le imprese assicuratrici da un lato sono sempre più ricche, dall’altro sempre meno multate dall’Ivass”, denuncia Assoutenti, che ricorda alcuni interessanti dati dell’ultima relazione Ivass per il 2023: il risultato di esercizio del settore sia salito a 8 miliardi di euro, con utili in crescita abnorme del +249% rispetto all’anno precedente, mentre sono stati trattati dall’Autorità di vigilanza appena 130 provvedimenti verso compagnie di assicurazioni e intermediari, di cui 56 conclusi con sanzioni pecuniarie, 50 non pecuniarie e 24 con l’archiviazione. Le sanzioni pecuniarie irrogate ammontano a 7 milioni di euro, appena lo 0,0875% degli utili raccolti dalle imprese assicuratrici.
Mettendo in luce le grandi differenze a livello territoriale, Assoutenti stila anche una classifica: Napoli e Prato, con un prezzo medio di 580 euro, si confermano le province italiane dove l’Rc auto costa di più, seguite da Caserta (515 euro) e Pistoia (503 euro). Sul lato opposto della classifica si piazza Enna, la città più conveniente con una media di 285 euro, seguita da Potenza con 296 euro. Se però si considera l’aumento percentuale annuo, sono Roma e Prato le città con le polizze più rincarate, in aumento del 10% su maggio 2023, seguite da Nuoro (+9,8%) e Biella (+9,2%). Gli aumenti più leggeri a Vibo Valentia (+1,7%) e Cosenza (+3%).
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