(Teleborsa) – Nella prossima manovra, l’attenzione si concentra sulla conferma di Ape Sociale e Opzione Donna, mentre si valuta l’eventuale sostituzione di Quota 103 con Quota 41, in caso di scarsa adesione. Modifiche minori potrebbero essere apportate al sistema previdenziale, con un possibile intervento sulla previdenza complementare, promosso dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, per rendere obbligatorio il versamento di una parte del Tfr ai fondi pensione. E sul fronte della flessibilità in uscita si rafforza l’ipotesi di possibili incentivi per incentivare la permanenza al lavoro per chi decide di non andare in pensione anticipata.
L’Ape sociale sembra destinata a essere prorogata anche quest’anno, offrendo ai lavoratori svantaggiati la possibilità di andare in pensione anticipatamente a 63 anni e cinque mesi, purché abbiano accumulato almeno 30 anni di contributi, o 36 anni nel caso di lavori usuranti. Sebbene ci sia stato un calo nelle certificazioni nel 2024, la proroga appare comunque probabile.
Per quanto riguarda Opzione donna, le richieste di pensionamento accolte nel primo trimestre del 2024 sono crollate a causa delle nuove regole più severe. Ora, l’età minima per poter usufruire di questa opzione è stata innalzata a 61 anni, con 35 anni di contributi. È possibile ridurre quest’età di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni.
La Lega continua a spingere per l’introduzione di Quota 41, che permetterebbe il pensionamento anticipato con un ricalcolo contributivo dell’intero assegno, indipendentemente dall’età. Anche se questa soluzione sarebbe sostenibile a lungo termine, l’impatto immediato sulle finanze pubbliche rappresenta un problema. La decisione finale dipenderà dall’interesse che i pensionandi mostreranno per questa proposta.
Sul tavolo delle discussioni c’è anche la possibilità di introdurre nuovi incentivi per chi decide di rimanere al lavoro oltre l’età pensionabile ordinaria, rinunciando così a Quota 103. Si parla di una riedizione del ‘bonus Maroni’, pensato per premiare coloro che scelgono di posticipare il pensionamento.
Sempre dalla Lega arriva un’altra proposta che riguarda il Trattamento di Fine Rapporto (Tfr). Si propone di rendere obbligatorio il versamento di una parte del Tfr nei fondi pensione, consentendo così di accumulare i contributi e poter andare in pensione anticipatamente di tre anni rispetto all’età ordinaria, per chi si trova nel sistema contributivo.
Infine, con l’inflazione per il 2024 prevista all’1%, si parla di possibili ulteriori tagli sugli assegni pensionistici più alti, anche se i risparmi che ne deriverebbero sarebbero piuttosto limitati.