(Teleborsa) – E’ polemica sulla possibilità di un aumento, o meglio di una “rimodulazione” delle accise a scapito del gasolio che secondo il MEF andrebbe attuata con “gradualità”. Ne ha parlato ieri il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, spiegando “abbiamo scritto allineamento, significa che probabilmente ci sarà una diminuzione delle accise sulla benzina e un aumento di quelle sul gasolio”.
L’allineamento delle accise era stato già ventilato a inizio ottobre dal Ministero dell’Economia, che parlava della necessità di “ridurre i sussidi ambientali dannosi”, escludendo la “scelta semplicistica dell’innalzamento delle accise sul gasolio” e parlando di una eventuale “rimodulazione” delle accise su benzina e gasolio.
E per questa eventualità si è sollevato il settore dell’autotrasporto, che prospetta un autunno caldo di scioperi, e le associazioni dei consumatori, che protestano contro una misura che colpisce i consumi.
“E’ iniziato l’autunno caldo dell’autotrasporto italiano”, afferma il coordinamento unitario delle associazioni nazionali Unatras, chiedendo al governo di “chiarire quali siano le reali intenzioni” ed esprimendo “contrarietà verso misure che penalizzino una categoria già gravata da insostenibili costi di gestione”.
Anche ASSOTIR esprime preoccupazione per l’ipotesi di aumento dell’accisa sul gasolio, sottolineando che colpirebbe non un settore che ha “realizzato extra profitti, come banche o compagnie di assicurazione”, ma “uno dei settori in maggiore difficoltà”. L’aumento delle accise – si sottolinea – costituirebbe un “ulteriore e ingiustificato aggravio fiscale” ed “ostacolerebbe la transizione ecologica, visto che priverebbe gli operatori di risorse essenziali per acquistare veicoli con motorizzazioni diesel di classe euro VI, l’unica possibilità oggi realisticamente realizzabile”.
Sulla stessa linea le associazioni dei consumatori, con il Codascons che rileva che l’aumento delle accise “rischia di creare danni su danni” ed un “effetto domino con rialzi di prezzi e tariffe in tutti i settori, e una conseguente riduzione dei consumi da parte delle famiglie, con ripercussioni negative per commercio, industria ed economia nazionale”.
Per Assoutenti, l’aumento delle accise sul gasolio, “equivarrebbe a una stangata da 3,1 miliardi di euro annui per la collettività, solo a titolo di maggiori costi di rifornimento. Per questo chiede all’esecutivo “di aprire un tavolo sulle accise convocando tutte le parti in causa, dai consumatori agli autotrasportatori”.
Anche l’Unione Nazionale Consumatori fa due calcoli e rileva che l’aumento dell’accisa sul gasolio a 72,84 cent al litro, includendo anche l’IVA, farebbe salire il prezzo del diesel di quasi 14 cent al litro (13,542), con un rincaro pari a 6 euro e 77 cent per un pieno da 50 litri. Una stangata a famiglia di 162,50 euro nell’ipotesi di due rifornimenti al mese. Se invece si trovasse, come pare ipotizzare il Mef, una via mediana tra le accise di benzina e gasolio, allora l’aggravio per il complesso degli italiani potrebbe essere anche nullo, visto che le maggiori tasse pagate da chi possiede un’autovettura a gasolio sarebbero compensate dal risparmio per chi ne ha una a benzina.