(Teleborsa) – Federcontribuenti “accoglie con soddisfazione la recente sentenza che classifica gli influencer come agenti di commercio, segnando un cambiamento significativo nel panorama del marketing digitale. Questa decisione non solo impone un nuovo livello di trasparenza e professionalità, ma sottolinea anche la necessità per aziende e influencer di comprendere a fondo le implicazioni della normativa e di adottare le misure necessarie per adeguarsi”.
È quanto si legge in una nota di Federcontribuenti sulla sentenza del marzo scorso, “venuta alla luce nei giorni scorsi”, del tribunale di Roma in cui l’azienda che incarica un influencer in cui l’attività di quest’ultimo è inquadrabile come rapporto di agenzia per cui l’azienda è tenuta a versare i contributi previdenziali ad Enasarco. “Una sentenza che – ritiene l’associazione – può contribuire a far chiarezza in un settore spesso ambiguo e poco regolamentato caratterizzato, peraltro, anche da numerosi esempi negativi la cui condotta ha spesso danneggiato i consumatori, e non solo”. Questa decisione, aggiunge Federcontribuenti, non va dunque considerata una condanna, bensì un’opportunità per instaurare rapporti più sani e nel pieno rispetto delle normative vigenti.
“Una battaglia che – spiega il Presidente Marco Paccagnella – portiamo avanti da anni, e oggi possiamo dire di aver segnato un punto a nostro favore che da sempre si batte affinchè gli influencer paghino il giusto esattamente al pari degli agenti di commercio dato che, in molti casi, il loro ruolo è di fatto identico. La sentenza – evidenzia ancora Paccagnella – rappresenta non solo un richiamo alla responsabilità, ma anche un invito a elevare gli standard del settore“.
Gli influencer che operano con serietà e trasparenza “hanno solo da guadagnare da questa nuova regolamentazione, che contribuisce a eliminare le mele marce dal cesto”. Infine, l’associazione coglie l’occasione per puntare il dito contro le big tech. È di pochi giorni fa la notizia della presunta evasione fiscale di Google per 900 milioni di euro in Italia. “È inaccettabile – sottolinea Federcontribuenti che giganti del calibro di Google continuino a sfuggire alle loro responsabilità fiscali. Le big tech devono pagare più tasse – conclude la nota di Federcontribuenti – perchè non è tollerabile che aziende di queste dimensioni continuino a evadere il fisco, mentre ai piccoli imprenditori e ai contribuenti vengono chiesti sacrifici sempre maggiori”.