(Teleborsa) – Dopo Aruba anche Infocert, parte del gruppo Tinexta e uno dei principali gestori italiani di Spid, ha annunciato l’introduzione di un canone annuale di circa 6 euro per il suo servizio di identità digitale a partire da luglio. A motivare la decisione dei provider ci sarebbe anche la necessità di coprire i costi in attesa dello sblocco di risorse previste dal governo. “I 42 milioni di euro ai fornitori di Spid stanno per essere erogati”, ha però assicurato Mario Nobile, direttore generale dell’Agenzia per l’Italia digitale, secondo quanto riportato da RaiNews. “La previsione di pagamento esiste dal 2019, ma ricodfiamo ai cittadini che è possibile usare la carta d’identità eletronica per accedere gratis a tutti i servizi online”.
Il rinnovo a pagamento di Infocert non è però automatico: chi non esprime il consenso non vedrà addebitato nulla ma non potrà utilizzare il servizio. È possibile recedere dal contratto con Infocert o attraverso l’invio di PEC o raccomandata a/r.
Oggi in Italia sono più di 39 milioni le identità digitali attive, e più del 70% è gestito da PosteID. Finché Poste Italiane manterrà la gratuità del servizio è facile immaginare che l’impatto per i cittadini resterà limitato.
Alla fine del 2022 le convenzioni tra lo Stato e i gestori privati di Spid (come Poste Italiane, Aruba, InfoCert, Sielte e altri) sono scadute ma per evitare interruzioni nel servizio, l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) ha prorogato d’ufficio gli accordi fino all’aprile 2023. I gestori hanno intnato richiesto un sostegno economico per coprire i costi operativi e di manutenzione del sistema e il governo ha promesso un finanziamento di 40 milioni di euro, inserito in un emendamento al decreto sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
“Lo Spid rischia di diventare a pagamento per tutti i cittadini a partire dal prossimo luglio. E ciò perché, ad oggi, risultano ancora bloccati i finanziamenti pubblici da 40 milioni di euro previsti da un decreto del 2023 e destinati agli operatori che forniscono il sistema di identità digitale per i servizi online della Pa”, è l’allarme lanciato dal Codacons.
“La situazione che si sta delineando appare gravemente lesiva dei diritti dei consumatori, i quali negli ultimi anni sono stati incentivati a creare una identità digitale per accedere ad una moltitudine di servizi offerti dalla pubblica amministrazione e ora, per usufruire di questi stessi servizi, rischiano di ritrovarsi a pagare nuovi costi non preventivati – spiega il Codacons – Una scorrettezza che aprirebbe la strada ad azioni legali contro lo Stato Italiano da parte di tutti i soggetti coinvolti, in relazione alla inadempienza verso gli operatori che gestiscono il servizio di identità digitale”.