(Teleborsa) – Organizzato e sponsorizzato da Unipol insieme al Politecnico di Milano ed al MIT Senseable City Lab, lo Urban mobility council è l’appuntamento annuale in cui, dati alla mano, si cerca di fare il punto sull’evoluzione del mondo dell’auto, partendo dai dati provenienti dalle scatole telematiche dei veicoli organizzati da Unipol
La ricerca di quest’anno presentata dal Politecnico di Milano è focalizzata sull’e-Private Mobility Index – ossia la percentuale di veicoli tradizionali (ovvero a motore endotermico) che può essere effettivamente sostituita da veicoli elettrici, nelle province di Roma, Brescia e Bari. Il dato relativo a Milano è pari ad una percentuale di auto compatibili con la transizione è pari al 40%. Percentuale che si riduce a circa il 20% se nell’equazione si inserisce la convenienza economica senza incentivi statali.
L’evidenza più chiara che proviene dallo studio è quindi che la transizione è possibile, ma deve essere diluita nel tempo grazie appunto ad un principio di neutralità tecnologica, basato soprattutto su tipologia del veicolo ed abitudini del conducente, prima ancora della tecnologia in sé, mentre i costi legati alle auto elettriche sono il vero freno al cambiamento.
Sergio Savaresi, Direttore Dipartimento Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano e Membro del Comitato di Indirizzo The Urban Mobility Council, ha spiegato “lo studio mostra come sia possibile stimare le emissioni di sostanze inquinanti e di CO2 attraverso box telematiche installate a bordo veicolo. Questa potenzialità tecnica potrebbe aprire le porte ad un radicale cambio di paradigma nelle restrizioni all’uso delle automobili: non più strette limitazioni sulla classe EURO, ma l’assegnazione di un budget annuo di emissioni che ogni cittadino può utilizzare attraverso un mix di tecnologia della vettura, intensità di utilizzo (km/anno), e stile di guida. E’ un nuovo approccio che può garantire neutralità tecnologica, inclusività, e responsabilizzazione del cittadino nel percorso verso una mobilità sostenibile”.
L’altro studio presentato all’interno del mobility council riguarda la discussa riforma del limite di 30km/h in ambito urbano ed è stato presentato dal Mit Senseable City Lab, il famoso laboratorio che si occupa di utilizzare i dati e le tecnologie digitali per comprendere e progettare le città del futuro. Le evidenze della ricerca hanno presentato un ampio set di benefici per le città a 30km/h che riguardano soprattutto sicurezza e viabilità, ancora prima delle emissioni, per cui i benefici sono relativamente marginali.
Cambiando il paradigma della mobilità, soprattutto in previsione della mobilità autonoma, cambia anche la visione delle compagnie assicurative, che devono ovviamente prepararsi al futuro.