(Teleborsa) – Secondo L’Ufficio Parlamentare di Bilancio nel 2024 il PIL italiano crescerà dello 0,8%, in ribasso rispetto all’1% indicato in occasione dell’esercizio di validazione delle previsioni del Piano Strutturale di Bilancio. La revisione è stata resa necessaria dal peggioramento della variazione acquista per il 2024, desumibile dai dati trimestrali recentemente pubblicati dall’Istat. L’UPB ha sottolineato, in particolare, che nel breve termine “l’attività resta frenata dalla debolezza del settore manifatturiero” e che “sono incerte le prospettive per l’edilizia“, soprattutto dopo la riduzione degli incentivi sugli investimenti residenziali.
Secondo l’UPB invece per i prossimi anni i rischi sono principalmente riconducibili alle ricadute economiche delle guerre in corso e delle tensioni geopolitiche che frenano gli scambi internazionali. In ambito nazionale, l’Ufficio ha ribadito che sarà cruciale il ritmo di avanzamento delle opere previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
“L’economia italiana negli ultimi trimestri ha registrato una crescita congiunturale di pochi decimi di punto, simile a quelle dell’area dell’euro – ha sottolineato nella Nota congiunturale di ottobre –. In primavera il PIL del nostro Paese è cresciuto dello 0,2 per cento, spinto dai consumi (privati e pubblici) e dalle scorte, mentre la domanda estera netta ha inciso negativamente. L’inflazione è scesa in settembre al di sotto del punto percentuale e si mantiene nettamente inferiore a quella dell’area dell’euro; oramai quasi il 60 per cento dei prezzi mostra incrementi sotto il 2,0 per cento”.
La nota ha sottolineato che l’occupazione a tempo indeterminato continua ad aumentare, il tasso di disoccupazione si riduce e i salari reali cominciano a recuperare parte della perdita di potere d’acquisto accumulata nello scorso biennio. “La spesa per consumi infatti risale lentamente in quanto le famiglie sono molto prudenti e il tasso di risparmio ha superato il 10 per cento – si legge nel documento –. L’indicatore dell’UPB sulle tensioni nel mercato del credito, basato sullo squilibrio tra la domanda e l’offerta, prospetta una sostanziale stabilità nei trimestri primaverili ed estivi, dopo il forte miglioramento osservato nei mesi precedenti. Si delinea una stabilizzazione anche per il mercato dei mutui”.
Per quanto riguarda le esportazioni si sono indebolite dell’1,2 per cento nel secondo trimestre, proseguendo il trend osservato nel periodo precedente, mentre sul fronte dell’attività industriale la produzione è diminuita di 3 punti nei primi 8 mesi. Le prospettive non accennano a migliorare nel breve termine, il clima di fiducia delle imprese manifatturiere è sui minimi degli ultimi tre anni. Nel periodo estivo l’incertezza misurata dall’indice dell’UPB è rimasta pressoché invariata, con un lieve peggioramento per le imprese ed un leggero miglioramento per le famiglie.