(Teleborsa) – La candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti, Kamala Harris, ha dichiarato che i suoi “valori” su su questioni come il cambiamento climatico e l’immigrazione non sono cambiati. Nella prima intervista da quando ha ricevuto la nomination dal Partito Democratico, Harris ha così risposto al suo avversario Donald Trump che nelle ultime settimane l’ha accusata più volte di essere “una banderuola”. Secondo i repubblicani, infatti, ha cercato di insabbiare le posizioni assunte in passato contro il “fracking“, un metodo di estrazione degli idrocarburi denunciato dagli ambientalisti, o contro la costruzione di un muro al confine con gli Stati Uniti.
“Ho sempre creduto che il cambiamento climatico sia una realtà, che sia una questione urgente”, ha dichiarato Harris alla Cnn assicurando che non proibirà il fracking. La mia convinzione sulla “necessità di rendere sicuro il confine (con il Messico) non è cambiata”, ha aggiunto Harris, ma non ha fornito alcun dettaglio del suo programma.
Harris ha poi spiegato che sua la priorità è la classe media americana e che investirà nelle piccole imprese e nella “famiglia americana” rendendo gli alloggi più accessibili ed espandendo il credito d’imposta per i figli. Ha poi chiesto inoltre il primo divieto federale alle speculazioni sui prezzi di cibo e generi alimentari, una soluzione che secondo lei farebbe scendere i prezzi dei beni.
Per quel che riguarda gli esteri la vicepresidente Harris ha ribadito il suo sostegno alla “soluzione dei due stati” tra Israele e Palestina. “Sono incrollabile nel mio impegno per la difesa di Israele e la sua capacità di difendersi. E questo non cambierà”, ha affermato. Il Paese ha il diritto di difendersi, ha detto, pur sottolineando che “il modo in cui lo fa è importante”.
Harris ha ripetuto due volte di aver espresso “seria preoccupazione” a Netanyahu per le morti di civili a Gaza, la situazione umanitaria e la distruzione che ha definito “catastrofiche” e “devastanti”. Harris ha sottolineato la necessità di recuperare gli ostaggi israeliani dalla prigionia di Hamas ma ha anche sottolineato che l’accordo prevede il ritiro dell’esercito israeliano dalle aree popolate nella prima fase prima di ritirarsi “completamente” da Gaza prima di “una fine permanente delle ostilità”.