(Teleborsa) – Dalle guerre alla nuova UE, dalla stabilità finanziaria all’Unione bancaria, senza dimenticare l’innovazione, l’euro digitale, le regole della concorrenza. E’ di ampio respiro il discorso del Presidente dell’ABI Antonio Patuelli, in occasione dell’assemblea annuale dell’Associazione rappresentativa delle banche,
“È finito un trentennio prevalentemente di pace. È in discussione la società aperta con tentativi di involuzione intolleranti e bellicosi”, ha esordito Patuelli, affrontando subito il tema delle guerre, di fronte alle quali si è dimostrato che “non basta un’Unione Europea sempre più ampia, ma basata principalmente sull’economia, sulla libera circolazione di persone, merci e denari, sulla PAC e sull’incompleta Unione bancaria”. “Occorre trovare lo slancio imposto dai tempi più duri – afferma il Presidente dell’ABI – con una nuova strategia europea, con nuovi Trattati e una vera Costituzione, con norme per la parità concorrenziale nel mercato interno e per lo sviluppo di tutte le aree d’Europa, innanzitutto le svantaggiate come il Mezzogiorno”.
Un’Europa in cui “l’Italia deve essere fra i protagonisti della nuova Commissione europea, con una importante responsabilità in materia economica e una Vicepresidenza“.
Stabilità finanziaria e sviluppo in parallelo
“La ricerca della stabilità finanziaria deve essere sempre inscindibile con gli stimoli allo sviluppo e all’occupazione“, ha sottolineato Patuelli, aggiungendo che “la ripresa cospicua e duratura dello sviluppo e la lotta all’evasione fiscale sono indispensabili anche per ridurre i debiti pubblici che non possono crescere all’infinito”.
Unione bancaria è priorità
Il completamento delle Unioni bancaria e dei mercati dei capitali sono priorità da realizzare con un ‘disegno centrale’ – ha sottoloneato il banchiere – evitando la moltiplicazione delle norme, favorendo la competitività delle banche nella UE e la prevenzione nelle crisi bancarie.
Per Patuelli “i Fondi interbancari debbono essere preferiti alle più costose ‘risoluzioni’ e a misure come il ‘bail-in‘: debbono essere sempre rispettati i risparmiatori e i lavoratori”. Di qui la constatazione che “l’Unione bancaria possibile è quella basata su identiche regole di diritto bancario, finanziario e penale dell’economia, con Testi unici, “Codici”, riforme che non costano, che semplifichino, razionalizzino e tolgano disparità nell’Europa e favoriscano le aggregazioni bancarie per la competizione delle banche europee con quelle del resto del mondo”.
Approccio all’AI con umanesimo digitale
“L’Europa deve crescere e consolidarsi, sempre basata sull’equilibrio del binomio libertà-democrazia, con umanesimo digitale dinanzi alla rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale che ha infinite potenzialità e rischi”, ha affermato il banchiere.
“Piena e corretta sia la concorrenza fra big tech, cripto attività e banche – ha aggiunto Patuelli – con regole identiche, anche fiscali, e uguale Vigilanza, nella società aperta, senza sopraffazioni monopoliste tecnologiche, per un’economia competitiva, democratica e sostenibile, mai rassegnata e inerte verso i cambiamenti climatici”.
Banche protagoniste nel cambiamento
“Abbiamo alle spalle anni durissimi di crisi economiche, finanziarie, bancarie e anche morali – ha ricordato Patuelli – con sforzi continui per ridurre i crediti deteriorati, anche con ogni legittima moratoria sui debiti verso le banche, con costi bancari non ancora esauriti per i salvataggi di banche concorrenti in crisi, con ristori ai risparmiatori da parte del Fondo Interbarcario e del FIR”.
“Sempre determinante è il ruolo degli azionisti per rafforzare la solidità patrimoniale in presenza delle nuove regole dell’Unione bancaria e in preparazione, pur con i vari, importanti miglioramenti introdotti, di alcuni più elevati requisiti patrimoniali di “Basilea 3+” e di quelli per i grandi rischi”, ha sottolineato il banchiere, condividendo le parole di Panetta, secondo cui “la solidità delle banche rappresenta un punto di forza per l’intera economia italiana”.
UN accenno anche all’eccsseesiva tassazione del risparmio. “Occorre favorire gli investimenti del risparmio – ha concluso Patuelli – e ridurre la pressione fiscale sui risparmiatori che investono a medio e lungo termine, che oggi subiscono una tassazione di quasi il 60% del reddito lordo prodotto dalle banche”.