(Teleborsa) – C’è un rally delle commodities che prosegue in sordina ed è quello die metalli cosiddetti “industriali”, perché impiegati nel settore energetico è nel comparto tecnologico per la produzione di pannelli fotovoltaici o come conduttori per i chip di nuova generazione per l’intelligenza artificiale. E” in questo abito che si mette in luce l’argento, metallo nobile come l’oro, ma più economico e per questo maggiormente usato a livello industriale.
La performance dell’argento
L’oro ha certamente tenuto banco con una performance dell’8,8% da inizio anno, ma l’argento gli tiene testa e da inizio anno ha già guadagnato l’8,5%, posizionandosi a 31,70 dollari l’oncia. Da marzo dello scorso anno si registra un rialzo del 32%, mentre negli ultimi tre anni la performance è pari a +23%.
Secondo gli esperti di UBP investire i argento potrebbe essere una buona alternativa rispetto all’oro, nonostante la sua estrema volatilità, tanto che da esser stato battezzato il “metallo del Diavolo” dagli investitori professionali, proprio a causa delle forti oscillazioni del suo prezzo.
Ad ogni modo – fa notare Michael Lok di Union Bancaire Privée – “attualmente sono necessarie poco meno di 90 once troy di argento per acquistare una singola oncia d’oro. Nel corso dell’ultimo secolo, questo è accaduto solo in tre occasioni, a fronte di avvenimenti economici globali di grande portata: alla fine degli anni Trenta, all’inizio della Seconda Guerra Mondiale; all’inizio degli anni Novanta, con la fine della Guerra Fredda; e nel 2020, durante la pandemia“. Questo “ha permesso agli investitori in argento di sovraperformare la detenzione di oro di una media di quasi il 9% all’anno nei cinque anni successivi”.
Cosa sta spingendo il mercato
A sostenere questa materia prima, assieme alle altre commodities industriali, concorre l’incertezza alimentata dalle minacce di Trump di imposizione di dazi sull’alluminio e su altri beni importati dalla UE. Tariffe che certamente renderebbero meno competitivo il commercio internazionale dei metalli, nonostante alcuni di essi siano intensamente impiegati nell’industria green.
L’argento è impiegato nella produzione di pannelli fotovoltaici e più in generale per i chip e per l’elettrificazione, data la sua ottima capacità di conduzione. Il rame trova ampio utilizzo in quasi tutti i settori dell’economia (edilizia, elettricità, elettronica) e si rivela è fondamentale nella transizione energetica, essendo il terzo miglior conduttore dopo oro e argento, ma molto più economico. Platino e palladio, altri due metalli “nobili”, sono impiegati per la produzione di marmitte catalitiche e nella produzione di apparecchiature elettroniche e smartphone.
Quindi, in attesa di capire a inizio aprile quale sarà il piano di dazi reciproci messo in piedi da Trump, la volatilità di questi metalli potrebbe arrivare alle stelle e così anche i loro prezzi. In più c’è ora anche la questione Ucraina, che sta tenendo in sospeso le relazioni internazionali.
Fin dove può arrivare l’argento?
Per molti esperti, l’argento continuerà a evidenziare una performance brillante negli anni a venire. Qualcuno ha parlato anche della possibilità che si spinga a 100 dollari, ma il massimo storico per l’argento è stato raggiunto a 50 dollari negli anni Settanta. Sono in tanti a prevedere che salirà ancora dagli attuali livelli, ma la possibilità di raggiungere il target di 100 dollari non è condivisa da tutti, al di là dei molti fattori rialzisti, più probabile che si spinga sul precedente record di 50 dollari o ancora più su a 70-80 dollari.
I rialzi degli altri metalli industriali
A parte l’oro, coi sono tutta una serie di metalli di uso industriale che mostrano performance davvero positive: il migliore dell’anno al momento è il rame, ottimo conduttore, fortemente impiegato nell’industria per questa sua capacità, destinato a restare in deficit anche nel 2025 a causa della forte domanda cinese, in gran parte insoddisfatta. Da inizio anno il rialzo del metallo rosso supera il 13%. Ma sui mercati internazionali, in primis Chicago e Londra, corrono anche il platino (+4%), l’alluminio ed il palladio con rialzi superiori al 2% da inizio 2025.
(Foto: Paul Fleet – stock.adobe.com (ex Fotolia.it))