(Teleborsa) – Arrivano nuovi spunti dalle banche centrali, che mantengono una politica complessivamente accomodante, grazie al graduale rientro dell’inflazione, a arte qualche eccezione, come nel caso dell’Australia, dove combattere la forte crescita dei prezzi è stato più difficile. La Reserve Bank od Australia, dunque, si vede costretta a muoversi in controtendenza e mantenere una politica restrittiva ancora a lungo, mentre si attende che la Fed sciolga ogni riserva e proceda con il suo primo taglio dei tassi a settembre.
Cina conferma politica ultra-espansiva
La People Bank of China (PBOC), riunitasi oggi, ha confermato i tassi di interesse dopo il taglio a sorpresa operato a luglio: il prime rate sui prestiti a un anno è stato mantenuto al 3,35%, il prime rate sui prestiti a cinque anni, usato come benchmark per i mutui, è stato confermato al 3,85%. Entrambi erano stati già ridotti di 10 punti base a luglio.
Il taglio die tassi a sorpresa operato a luglio dalla PBOC è stato deciso in un contesto difficile, in cui i rischi per la crescita sono diventati più urgenti della lotta all’inflazione. Mentre la crescita dei prezzi è aumentata leggermente a luglio, altri parametri – in particolare l’attività creditizia e la produzione industriale – hanno evidenziato una persistente debolezza economica nel paese. Il taglio dei tassi di luglio è stata la prima mossa di questo tipo da parte della PBOC in quasi un anno. Ma la banca centrale ha costantemente mantenuto una politica accomodante per favorire la ripresa economica in Cina.
Corea pronta a tagliare a ottobre
In settimana si riunirà anche la Banca centrale coreana che, stando alle attese prevalenti, dovrebbe confermare la volontà di un allentamento monetario a partire dal mese di ottobre, seguendo la Fed che procederà con il suo primo taglio dei tassi a settembre.
Giovedì, la BanK of Korea (BOK) manterrà il tasso di interesse di riferimento al 3,50%, confermando le attese di un taglio nel prossimo trimestre. Il tasso di riferimento è a questo livello da gennaio 2023.
La debolezza del won coreano, una delle valute dei mercati emergenti con la peggiore performance nel 2024, ha probabilmente impedito alla BOK di anticipare il taglio dei tassi. Tale mossa avrebbe potuto esacerbare gli aumenti dei prezzi delle case a Seul, aumentando le preoccupazioni in un paese con uno dei rapporti debito/PIL più alti al mondo (104,3%).
Australia ferma su una politica restrittiva
Dal prossimo autunno, l’Australia si troverà così da sola in territorio restrittivo, avendo confermato la necessità di mantenere una politica rigorosa più a lungo per combattere l’inflazione. E’ quanto emerso dalle minutes dell’incontro di politica monetaria del 5-6 agosto, in cui la banca centrale ha confermato tassi di interesse invariati al 4,35% in risposta ad un’inflazione che si conferma troppo elevata al 3,9% ed alla forte crescita dei prezzi delle abitazioni.
La banca centrale australiana ritiene improbabile un taglio dei tassi a breve termine e conferma che la politica monetaria potrebbe dover rimanere restrittiva per un “periodo prolungato”, per garantire che l’inflazione si riporti in linea con il target del 2-3% entro il 2026.
“I membri hanno osservato che mantenere l’obiettivo del tasso stabile al livello attuale per un periodo più lungo di quello attualmente implicito nei prezzi di mercato – si legge nel verbale – potrebbe essere sufficiente per riportare l’inflazione al target in un arco di tempo ragionevole, ma il consiglio dovrà rivalutare questa probabilità nelle riunioni future”. Al momento esiste una probabilità dell’85% che la banca centrale proceda con un taglio prima della fine dell’anno e una quasi certezza che lo farà entro il mese di febbraio 2025.