(Teleborsa) – I modelli interni delle banche italiane per la valutazione del merito creditizio delle imprese non finanziarie tendono a risultare “leggermente meno prudenti” rispetto al modello della Banca d’Italia. Lo si legge in uno studio della collana “Mercati, infrastrutture, sistemi di pagamento” della stessa banca centrale, firmato da Francesco Columba, Federica Orsini e Stefano Tranquillo.
I ricercatori hanno utilizzato il sistema di valutazione del merito creditizio delle imprese non finanziarie della Banca d’Italia per valutare i rating assegnati dalle banche commerciali italiane con i loro sistemi interni, usati anche a fini di politica monetaria. Analizzando la distribuzione dei rating delle due fonti per i prestiti stanziati come garanzia nelle operazioni di politica monetaria in Italia, è stata verificata l’esistenza di una eventuale sottostima del rischio da parte delle banche, che potrebbe esporre la banca centrale a rischi indesiderati.
“Entrambi i sistemi mostrano un potere discriminante e una capacità predittiva soddisfacenti, indicando una valutazione adeguata del rischio di credito – si legge nelle conclusioni – I modelli interni delle banche tendono a risultare leggermente meno prudenti rispetto al modello della Banca d’Italia per i prestiti idonei come garanzia. Per i prestiti stanziati, rileviamo evidenze deboli e di limitata rilevanza economica di una sottostima strategica del rischio. Non troviamo evidenze che le banche con maggiore utilizzo della liquidità di banca centrale siano più indulgenti verso i loro debitori“.