(Teleborsa) – La Bank of England ha seguito la BCE, anticipando il taglio dei tassi promesso dalla Fed a settembre. Il Comitato di politica monetaria (MPC), riunitosi oggi, ha deciso infatti di tagliare per la prima volta in due anni i tassi d’interesse, mantenendo un approccio lungimirante della politica monetaria, nel tentativo di sostenere la crescita ed assicurare un rientro dell’inflazione entro il target del 2%.
Nella riunione odierna, il Board ha votato con una maggioranza di 5–4 una riduzione di 0,25 punti base del tasso bancario che si attesta ora al 5%. I quattro membri che hanno votato a sfavore, avrebbero preferito mantenere il tasso bancario ancora fermo al 5,25%.
I banchieri hanno infatti giudicato “opportuno ridurre leggermente il grado di restrittività politica”. L’impatto degli shock esterni del passato si è attenuato e sono stati compiuti alcuni progressi nel moderare i rischi di persistenza dell’inflazione. Sebbene il PIL sia stato più forte del previsto, l’orientamento restrittivo della politica monetaria continua a pesare sull’attività nell’economia reale, determinando un mercato del lavoro più flessibile e attenuando le pressioni inflazionistiche.
In occasione del meeting di agosto, la BoE ha pubblicato anche la serie aggiornata di proiezioni sulla crescita e sull’inflazione, che confermano un allineamento della crescita die prezzi al target ed un rallentamento dell’attività economica.
Sia a maggio che a giugno, l’inflazione si è allineata al target del 2%, ma si prevede che l’inflazione aumenterà fino a circa il 2,75% nella seconda metà di quest’anno, poiché i cali dei prezzi energetici dello scorso anno non rientrano nel confronto annuale, rivelando più chiaramente la persistenza di pressioni inflazionistiche interne. La crescita media settimanale degli utili societari del settore privato è scesa al 5,6% nei tre mesi fino a maggio, mentre l’inflazione dei servizi è scesa al 5,7% a giugno.
Quest’anno il PIL ha registrato una ripresa piuttosto marcata, ma lo slancio appare ora più debole. Il PIL è sceso al di sotto del potenziale e il mercato del lavoro si è allentato ulteriormente.
Il Board ha riconosciuto che il calo dell’inflazione e la normalizzazione di molti indicatori delle aspettative di inflazione continuano a tradursi in un indebolimento delle dinamiche salariali e di fissazione dei prezzi. Si prevede quindi che la pressione inflazionistica interna si attenuerà nei prossimi anni, a causa dell’orientamento restrittivo della politica monetaria.
La politica monetaria – ribadisce la BoE – dovrà continuare a rimanere restrittiva per un periodo sufficientemente lungo finché i rischi di un ritorno sostenibile dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine non si saranno ulteriormente dissipati. Il Comitato continua a monitorare attentamente i rischi di persistenza dell’inflazione e deciderà ad ogni riunione il grado appropriato di restrizione della politica monetaria.