(Teleborsa) – “Nel 2023 abbiamo ricevuto un numero di segnalazioni sospette leggermente inferiore allo scorso anno (-3%). Si tratta, comunque, di una mole di informazioni molto rilevante. Altri indicatori particolarmente significativi sono i rapporti con l’autorità giudiziaria: abbiamo avuto più di 400 richieste di collaborazione a cui abbiamo risposto in maniera efficace. L’efficacia dell’attività svolta dalla UIF è anche testimoniata dai feedback che riceviamo dagli organi investigativi. Abbiamo ricevuto nell’ultimo quadriennio 57mila feedback positivi, un riscontro di interesse investigativo sulle fattispecie che sono state segnalate con le operazioni sospette, e altri 11mila da parte della DNA. Quest’ano abbiamo citato anche dati fornitici dalla Dia che evidenziano l’importanza delle segnalazioni sospette anche per l’attività di sequestro preventivo da parte della DIA con un ammontare, negli ultimi 5 anni, superiore ai 500 milioni di euro, 65 milioni solo nel 2023. Tutto questo testimonia l’efficacia del lavoro che viene svolto all’interno della UIF”. È quanto afferma Enzo Serata, direttore della Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (UIF) a margine della Presentazione del Rapporto Annuale della UIF svoltasi questa mattina, a Roma, presso il Centro Convegni della Banca d’Italia.
Nel dettaglio nel 2023 le segnalazioni di operazioni sospette (SOS) ricevute dall’unità sono state 150.418 (-3,2% rispetto al 2022). La diminuzione – rileva il Rapporto – è ascrivibile soprattutto agli intermediari bancari e finanziari, sensibilizzati dalla UIF a migliorare la qualità dei flussi segnaletici. Nel 2023 la UIF ha avviato un progetto per la realizzazione di un sistema per il monitoraggio della qualità della collaborazione attiva, basato su indicatori riferiti al grado di partecipazione al sistema antiriciclaggio, alla qualità sostanziale, all’accuratezza formale della compilazione delle SOS e alla tempestività della collaborazione. All’inizio del 2024 sono entrati in vigore i nuovi indicatori di anomalia, pubblicati dalla UIF nel maggio 2023.
È aumentato l’apporto dei prestatori di servizi di gioco e notai. Le SOS trasmesse dalle Pubbliche amministrazioni sono più che raddoppiate, pur restando marginali in termini assoluti. Le SOS relative al finanziamento del terrorismo sono ulteriormente diminuite, segnando tuttavia una ripresa dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Continua tuttavia a crescere la complessità delle segnalazioni. L’adeguamento degli strumenti di analisi ha permesso di mantenere costanti i tempi medi di analisi e gli stock in lavorazione.
Per quanto riguarda le tipologie di sospetto, è significativo il flusso segnaletico connesso con le politiche di sostegno dell’economia e in particolare con il PNRR. Le garanzie pubbliche hanno favorito l’accesso al credito di clientela con ridotta capacità finanziaria di rimborso e connotata da plurime anomalie sotto il profilo dell’antiriciclaggio. Resta elevato il numero di segnalazioni potenzialmente riconducibili alla criminalità organizzata. “Sul fronte dei profili di rischio – spiega Serata – le fattispecie sono molto variegate. Ci sono, tuttavia, alcuni fenomeni che continuano a essere prevalenti nelle segnalazioni: innanzitutto gli illeciti fiscali che rappresentano una quota sempre molto rilevante. È molto importante anche la parte corruttiva e l’abuso di fondo pubblici e, non ultime, le segnalazioni che riguardano la criminalità organizzata. Tutti questi fenomeni, in realtà, sono intrecciati tra loro come dimostra il caso della criminalità organizzata, molto attiva nell’abuso di fondi pubblici. Stiamo focalizzando l’attenzione anche sull’abuso dei fondi connessi con il PNRR e su questo fronte stiamo fornendo un contributo credo rilevante alle autorità pubbliche”.
In tutti gli ambiti si registra un crescente utilizzo di strumenti FinTech finalizzati principalmente a ostacolare la tracciabilità dei flussi finanziari; inoltre, è sempre maggiore la rilevanza e la diffusione del fenomeno delle frodi agevolate dall’uso di strumenti informatici. I controlli ispettivi e cartolari dell’Unità – raddoppiati rispetto all’anno precedente – hanno riguardato anche settori innovativi e a elevato rischio, quali il crowdfunding, la compravendita di crediti fiscali tramite piattaforme digitali e il ricorso a servizi di IBAN virtuali. Sono inoltre emersi rischi di riciclaggio associati all’acquisto di voucher per la distribuzione di moneta elettronica, la ricarica di conti di gioco e la prestazione di servizi in attività virtuali senza l’identificazione dei relativi acquirenti. D’altro canto continua lo sviluppo di iniziative di data science, volte a massimizzare l’efficienza operativa e l’efficacia dell’analisi attraverso l’applicazione di strumenti di machine learning e big data. In questa direzione vanno i lavori della UIF per la risoluzione automatica delle identità dei soggetti segnalati e per il potenziamento dell’analisi dei grafi. “La tecnologia si presta a entrambi gli usi: da un lato i criminali – commenta Serata – sono prontissimi ad adeguarsi alle nuove tecnologie, a sfruttarle per effettuare operazioni di riciclaggio e mascherare la provenienza e la tracciabilità dei flussi finanziari. Dall’altro anche per noi l’informatica è estremamente rilevante per gestire questa massa di informazioni così importante. Senza l’utilizzo e il continuo affinamento di procedure informatiche non sarebbe possibile gestire una massa di 150mila segnalazioni sospette. Su questo si sta facendo un lavoro molto importante e usufruiamo anche del supporto del Dipartimento informatico della Banca d’Italia che è pronto a fornirci sempre il suo fattivo contributo”.
Proseguono – si legge nel Report – i flussi segnaletici che evidenziano operazioni in crypto-assets con l’utilizzo di fondi derivanti da illeciti di diversa natura. Diverse segnalazioni evidenziano il crescente utilizzo di crypto-assets quale strumento per rendere difficilmente intercettabili i trasferimenti tra clienti e piattaforme coinvolte in truffe nel trading online o riconducibili al c.d. schema Ponzi. Risulta,
infatti, sempre più frequente la raccolta di fondi tra investitori truffati tramite l’utilizzo di tecnologie blockchain che rendono arduo tracciare i flussi finanziari e identificare con precisione l’estensione dello schema e gli attori coinvolti e che richiedono, a tal fine, il ricorso
a strumenti specifici quali il sistema di analisi forense delle valute virtuali. Sono state individuate piattaforme coinvolte in schemi di frode nel settore degli investimenti (c.d. investment scams) del valore di centinaia di milioni di euro, spesso proponendo prodotti o
servizi collegati a settori innovativi come il mining, la blockchain, i non-fungible tokens (NFT) e simili. Tali operatività sono, talvolta, favorite anche dall’apparente legittimità e affidabilità attribuita dagli investitori ai progetti di investimento in virtù dell’iscrizione dei proponenti in pubblici registri nazionali.
Si inserisce in tale scenario la recente approvazione da parte del Consiglio dei ministri dello schema di decreto legislativo che, recependo il Regolamento europeo, introduce un sistema normativo nazionale sulle cripto-attività. Un testo sul quale, tuttavia, lo scorso aprile
il direttore della UIF aveva espresso delle perplessità. “Sicuramente ci possono essere dei profili di miglioramento che penso che il parlamento potrà prendere in considerazione. Dopo le audizioni che ho svolto nell’aprile scorso abbiamo mandato una proposta
per migliorare questi aspetti, in particolare per rafforzare la tutela penale a favore dei soggetti che che sono coinvolti nelle SOS che
vengono pubblicate al al pubblico in maniera indebita. Spero che questo suggerimento possa essere fatto proprio dal dal Parlamento”.
Il monitoraggio dei bonifici esteri rilevati nelle Segnalazioni Antiriciclaggio Aggregate (SARA) – evidenzia il rapporto – ha portato all’identificazione di flussi potenzialmente illeciti verso la Russia triangolati con paesi terzi.
Nel quadro dell’analisi strategica sono proseguiti gli approfondimenti su illeciti perpetrati mediante l’utilizzo di imprese che facilitano le frodi c.d. carosello IVA anteponendosi alle società “cartiere” e rendendo più complicata l’individuazione delle frodi. Sono stati sviluppati indicatori di irregolarità nell’utilizzo di fondi pubblici e definite misure di rischio per le gare d’appalto.
Al fine di consolidare la fiducia dei segnalanti e dei cittadini nel sistema antiriciclaggio e di tutelarne l’efficacia, la UIF ha rafforzato i presìdi a tutela della sicurezza dei sistemi informatici e della riservatezza delle informazioni. In particolare, sono state aggiornate le disposizioni interne sull’utilizzo del patrimonio informativo dell’Unità, con cautele aggiuntive per il trattamento dei dati più sensibili; sono stati rafforzati i controlli sugli accessi con ulteriori strumenti di monitoraggio.
Gli scambi informativi con le FIU estere sono lievemente diminuiti soprattutto per effetto delle minori richieste effettuate su impulso dell’Autorità giudiziaria. La qualità delle richieste e informative spontanee ricevute da altre FIU si è accresciuta, come testimonia la migliore selezione dei fenomeni e degli elementi di collegamento con Italia. In ambito europeo, le segnalazioni cross-border ricevute sono lievemente diminuite, mentre quelle inviate hanno registrato una crescita elevata; le casistiche delle informazioni trasmesse dalla UIF includono fra l’altro casi di frodi fiscali intra-UE o internazionali e condotte riconducibili all’abuso di fondi pubblici.
A metà giugno sono stati pubblicati i tre atti legislativi che completano il nuovo assetto regolamentare antiriciclaggio dell’Unione europea (l’AML Package): il regolamento istitutivo dell’Autorità europea, l’AMLA; il regolamento relativo alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio e finanziamento del terrorismo (il c.d. nuovo rulebook armonizzato); la sesta direttiva antiriciclaggio. La nuova Autorità avrà una duplice veste di supervisore antiriciclaggio e di Meccanismo di supporto e coordinamento delle FIU della UE. L’impatto sulle risorse della UIF sarà significativo, per assicurare un efficace coordinamento con l’Autorità stessa, intensificare le analisi congiunte e fornire supporto al Meccanismo per l’attività normativa, per la definizione di metodologie e standard operativi, per lo sviluppo di strumenti IT.
“A livello nazionale – rileva la UIF – occorre nel contempo continuare a investire sulla frontiera tecnologica, sviluppare nuovi modelli operativi e nuovi strumenti per accrescere l’efficacia dell’azione antiriciclaggio, favorendo il dialogo con i segnalanti e la cooperazione con le autorità competenti, anche in vista dell’imminente Mutual Evaluation del GAFI sul sistema AML/CFT italiano”.