(Teleborsa) – Il Primo Ministro Francese Nicolas Bayrou è giunto all’Eliseo per rassegnare le dimissioni al Presidente Emmanuel Macron, concludendo un incarico durato solo nove mesi, dopo la sfiducia (364 voti contro e 194 voti a favore) votata ieri dall’Assembea Nazionale. Una evoluzione che apre scenari molto complicati per la Francia.
Il Presidente Macron ha tre possibili alternative, tutte altrettanto rischiose. La prima è scegliere un nuovo Premier, che al momento sembra l’ipotesi più accreditata, per fa approvare la legge di bilancio bilancio e scongiurare un “attacco” dei mercati ed un taglio del rating. Il nuovo primo Ministro dovrebbe restare in carica almeno sino alle prossime presidenziali nel 2027, ma l’impresa non è certo facile considerando che le forze di opposizione premono per nuove elezioni e la maggioranza è estremamente frammentata e variegata. I socialisti hanno già messo in chiaro che dovranno gradire la nuova candidatura, ma le altre forze politiche che compongono la coalizione hanno già precisato che non voterebbero mai un candidato socialista, quindi si entra in una impasse difficile da sciogliere.
Le altre due alternative sono anche più drammatiche: l’una prevede le dimissioni di Macron, al momento alquanto improbabili, nonostante il pressing del Rassemblement National di Marine Le Pen, l’altra lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale e nuove elezioni, i cui tempi però sono però incompatibili con il calendario della legge di bilancio e sarebbero accolte con grande pessimismo dai mercati e dalle agenzie di rating.
Secondo gli analisti di Unicredit, sin qui, i mercati hanno reagito composti alla crisi politica in Francia, in quanto “gli investitori si aspettano una gestione ordinata della crisi politica in Francia, con l’assenza di scenari estremi come elezioni anticipate a breve termine”.
Una opinione condivisa da Raphael Thuin, Head of Capital Markets Strategies di Tikehau Capital, secondo cui, “pur non essendo atteso, nel breve termine, alcuno shock improvviso, l’accumularsi delle incertezze potrebbe, nel medio periodo, pesare sulla crescita e sulla credibilità del Paese. La possibilità di uscire da questa impasse dipenderà tanto dalle scelte interne – in particolare dalla capacità di formare un governo stabile – quanto dalla pazienza degli investitori nei confronti di dinamiche negative che erodono la credibilità nazionale”.
L’OAT vola e lo Spread si allarga
Nonostante la reazione tranquilla del mercato azionario, con il CAC-40 che conferma un progresso dello 0,39%, le principali conseguenze della crisi politica in Francia si vedono sul mercato obbligazionario, che conferma la tendenza ad un aumento del rendimento dei titoli di stato (OAT) ed un allargamento dello Spread, che sembra preludere anche all’ormai atteso peggioramento del rating.
Il rendimento dell’OAT 10 anni si è spinto sino al 3,48% (+7 punti base rispetto alla vigilia), portando lo Spread rispetto al Bund tedesco a 80,7 punti, avvicinando quello del BTP nostrano che rende il 3,52% ed evidenzia iìun differenziale rispetto al benchmark dìtedesco di 85 punti.
L’incubo rating
La situazione di stallo politico venutasi a creare in Francia non potrà non avere conseguenze sul rating francese, porto che già alcune agenzie hanno un outlook negativo sul rating francese e che Scope Ratings, dopo il vito di sfiducia, lo ha già messo in creditwatch negativo.
“Il crollo del governo francese – il secondo in meno di un anno – è negativo per il credito della Francia (AA-/Stabile)”, annuncia Thomas Gillet, Direttore Sovereign e Public rating di Scope Ratings, notando che la sfiducia “aggrava l’instabilità politica del Paese e le relative difficoltà creditizie, dato l’elevato deficit di bilancio (5,8% del PIL nel 2024) e la crescente traiettoria del debito”. Per l’agenzia di rating europea, “il rapporto debito/PIL è destinato a continuare a salire fino a superare il 120% nei prossimi anni, rispetto al 113% del PIL nel 2024, 15 punti percentuali in più rispetto al 2019”. Per Scope, che si esprimerà sul rating formalmente il 26 settembre, “un panorama politico frammentato, una maggiore polarizzazione politica e un calendario elettorale ostacolano un compromesso politico sulle riforme di bilancio, che aumentano il rischio di stallo politico e di indebolimento delle finanze pubbliche nel medio termine”.
Quanto alle altre agenzie, la prima a esprimersi questo venerdì sarà Fitch, che aveva assegnato un rating AA- con oulook negativo alla Francia. Seguiranno DBRS Morningstar (19 settembre) e Moody’s (24 ottobre).
C’è un rischio contagio in Europa?
Per gli analisti si Nuveen non esiste un rischio di contagio in Europa e , soprattutto, l’Italia è meglio posizionata nel percorso di correzione del deficit. Per Laura Cooper, Head of Macro Credit e Global Investment Strategist di Nuveen, “gli OAT francesi stanno mostrando segni di tensione” ed “un restringimento (dello Spread) a breve termine a 70 pb è probabile con un governo di coalizione. Tuttavia, uno spread verso i 90-100 pb – se i timori di una politica fiscale sconsiderata dovessero intensificarsi – potrebbe essere una tentazione per coloro che sono in cerca di occasioni”.
“L’Italia sembra meglio posizionata, per le dinamiche relative alle partite correnti e al percorso su deficit relativamente più rigoroso, – spiega l’analista – mentre la Spagna resta una storia preferita poiché la sua economia si sta spostando verso la fascia alta della catena del valore”.